martedì 22 febbraio 2011

Come funziona l'antistalking?

Per esperienza personale posso dire che, se da un lato ci sono stati alcuni importanti miglioramenti, dall'altro i "maschi di genere" hanno iniziato ad associarsi.

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Prova ne siano gli ormai circa 300 gruppi su facebook gestiti da una società commerciale di Firenze, in nome e per conto di 12 associazioni consociate che proclamano la P.A.S. e l'opera del pedofilo americano Richard Gardner. L.M.

07/02/2011 - LEGGE ANTI-MOLESTIE

Come funziona l'antistalking?


A CURA DI FLAVIA AMABILE - ROMA

A Bologna ieri l’ennesima tragedia familiare: a due anni dal via libera alla legge antistalking cosa è cambiato?
Innanzitutto le pene, molto più severe per chi molesta e minaccia ripetutamente una persona. Oltre ai violentatori si è allargata la sfera d’azione del provvedimento anche ai maniaci, coloro che molestano e minacciano ripetutamente gli altri anche senza fare violenza fisica, ma scatenando nella vittima un senso di ansia e paura.

La pena che varia da sei mesi a quattro anni ma se il molestatore è l’ex partner o marito la pena aumenta.

Chi è oggetto di stalking può querelare il molestatore entro sei mesi dall’accaduto.

Inoltre, prima della querela, può richiedere al questore di «ammonire» il molestatore.

E dal punto di vista dei risultati?
Non è facile valutare il fenomeno dello stalking perché la stragrande maggioranza dei casi ancora oggi rimangono sommersi. I dati degli ultimi due anni però confermano che la nuova legge sta incoraggiando le vittime a non lasciar passare le violenze sotto silenzio. Soprattutto nei centri antiviolenza o presso gli sportelli di aiuti costituiti proprio dopo il via libera alle norme anti-stalking.

Di quanto sono aumentate le denunce?
Fra pochi giorni verranno resi noti i dati sul secondo anno di attività. Le cifre dello scorso febbraio diffuse dal Ministero della Giustizia parlavano di 5200 denunce e di 1000 arresti compiuti per stalking dall’introduzione della legge. Notevoli anche le cifre dei centri specializzati. Telefono Rosa ha annunciato lo scorso ottobre che in dieci mesi si erano rivolte 1534 donne soltanto a Roma e provincia per denunciare violenze di varia natura, di queste 100 erano per stalking. I sette sportelli anti-stalking del Codici (Centro per i Diritti del Cittadino) presenti in tutt’Italia, invece, in due anni di attività hanno ricevuto una media di 28 telefonate al mese.

Chi sono le vittime?
Soprattutto donne. Negli ultimi due anni a telefonare al Codici, per raccontare minacce e molestie ricevute, in quasi tre casi su dieci erano uomini che denunciavano problemi con ignoti o con ex-amanti. Il 72% delle vittime invece sono donne. Più o meno identiche le cifre fornite dal ministero della Giustizia un anno fa: le donne rappresentano l’80% delle vittime, e il 66% ha un’età compresa tra i 16 e i 70 anni.

E chi sono i molestatori?
Otto su dieci sono uomini, due su dieci sono donne. In un caso su due si tratta del partner (55%), nel 25% dei casi si tratta di condomini, nel 15% di colleghi di lavoro, nel 5% di parenti.

Quanti stalker diventano fisicamente pericolosi?
L’Adoc, associazione dei consumatori, ha aperto nel febbraio 2009 il primo sportello antistalking a Perugia e ha realizzato un’analisi del fenomeno in cui sostiene che il 10% degli omicidi avvenuti in Italia dal 2002 al 2008 sono stati preceduti da atti di persecuzione molesta.

Le vittime denunciano anche danni psicologici?
Sempre secondo l’Adoc nel 70% dei casi lo stalking ha prodotto nelle vittime gravi danni come l’ansia, la perdita del sonno ma anche il tentativo di suicidio. Quasi la totalità delle vittime (il 94% dei casi) denuncia di aver dovuto stravolgere il modo di vivere, il 70% un calo delle attività sociali, il 53% di aver dovuto cambiare o addirittura rinunciare del tutto al lavoro, il 39% di essere stata costretta a trasferire la residenza.

Che cosa deve fare chi subisce una molestia?
Il primo passo è rivolgersi direttamente al questore che invia un ammonimento a chi perseguita. Se però la violenza è già stata subita, ci sono altri tipi di sostegni per le vittime. A livello nazionale è attivo il numero 1522 Antiviolenza Donna dedicato al supporto, alla protezione e all’assistenza delle persone che hanno subito maltrattamenti e violenze. Il servizio è gestito esclusivamente da donne, funziona 24 ore su 24 per 365 giorni all’anno. Ed è anche multilingue, risponde in italiano, inglese, francese, spagnolo, russo; è gratuito e anonimo per chi chiama dall’Italia.

Episodi come quello di ieri a Bologna dimostrano che la legge da sola non basta.
Il ministero per le Pari Opportunità ha firmato a gennaio due convenzioni per aumentare le sinergie tra forze di Polizia e servizi di assistenza alle vittime. Costerà 20 milioni e, secondo il ministro Mara Carfagna, «in questo modo istituzioni, associazioni e tutti i soggetti coinvolti lavoreranno ad un’azione congiunta per prevenire e contrastare la violenza sulle donne».
Il piano servirà anche a mettere in rete tutti i centri antiviolenza e a potenziarli laddove ce ne fosse bisogno.

Sarà anche istituita una Banca Dati per analizzare le violenze sessuali e di genere presso la Direzione Centrale di Polizia Criminale.

http://www3.lastampa.it/domande-risposte/articolo/lstp/387841/

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