giovedì 24 febbraio 2011

UN ORCO SI AGGIRA PER I TRIBUNALI DEI MINORENNI:
La Sindrome di Alienazione Genitoriale

pubblicata da Andrea Mazzeo il giorno sabato 28 agosto 2010 alle ore 18.45


Com'è ben noto, il concetto di sindrome di alienazione genitoriale, o parentale, all'americana (PAS) è stato introdotto da Richard Gardner, uno psichiatra statunitense (Child Psychiatrist) nel 1985. La PAS è stata utilizzata da alcuni tribunali statunitensi per dirimere questioni sull'affidamento di minori nel caso di separazione dei genitori e disaccordo sull'affidamento dei figli. Dopo i primi tempi di applicazione sia gli psichiatri e gli psicologi, sia gli avvocati e i magistrati, cominciarono ad accorgersi che qualcosa non andava per il verso giusto, divenendo più cauti e rigettando le tautologie di Gardner (es. se un figlio non vuole stare con un genitore è perché l'altro gli ha causato la PAS).

Cominciò a venir fuori che Gardner non era affatto il professore universitario per cui si spacciava, ma solo frequentatore volontario di una clinica universitaria americana; aveva pubblicato il libro in cui proponeva la PAS non tramite un editore di testi scientifici ma in proprio; i suoi articoli non erano accettati dalle riviste scientifiche più accreditate e li pubblicava autonomamente; il tutto gli aveva procurato fama e quattrini (il suo onorario professionale si aggirava sui 500 dollari l'ora).

Per non parlare delle sue idee favorevoli verso la pedofilia, più volte espresse nei suoi scritti.

Nonostante le pressioni esercitate sull'Associazione Psichiatrica Americana, responsabile della stesura dei DSM, la PAS non è stata mai ammessa tra i disturbi mentali ufficialmente riconosciuti dalla comunità scientifica; né tanto meno è riconosciuta dall'ICD, l'altra classificazione internazionale della malattie, quella dell'OMS.

Gradualmente cominciarono a venir fuori critiche a questo concetto (Paul Fink, Past-President della American Psychiatric Association parla di “pseudo-science”), a volte anche feroci (per Carol Bruch, Docente e Ricercatrice di Discipline giuridiche alla University of California, si tratta addirittura di “junk-science” - "scienza-sapazzatura").

Un recente articolo in lingua spagnola (http://scielo.isciii.es/scielo.php?pid=S0211-57352008000200004&script=sci_arttext&tlng=es) si è proposto di indagare la tenuta scientifica dei concetti di Gardner; la ricerca svolta dagli autori nelle principali banche dati degli articoli scientifici ha dato risultati deludenti. Il numero di pubblicazioni trovate sulla PAS è scarso, nessuna pubblicazione risulta in alcune banche dati (BMJ, Cochrane, SciELO).

Gli autori spagnoli concludono per l'inconsistenza scientifica della PAS e la sua pericolosità quando usata nei tribunali, poiché si presta ad essere utilizzata strumentalmente dal genitore violento o abusante, o come ricatto verso le madri quando c'è violenza di genere.

Questo lavoro ha portato l'Associazione Spagnola di Neuropsichiatria a prendere una posizione ufficiale contro la PAS ed il suo uso giudiziario, definendola un "castello in aria" (http://www.aen.es/docs/Pronunciamiento_SAP.pdf)

Recentemente si sono anche pronunciati ufficialmente contro la PAS due organismi giudiziari nord-americani, dove il problema è evidentemente più sentito.

Il Dipartimento (Ministero) di Giustizia Canadese suggerisce che "In contrasto con la nozione empiricamente non supportata di Sindrome di alienazione parentale, modelli più complessi multidimensionali hanno ricevuto un supporto preliminare di ricerca". (http://www.justice.gc.ca/eng/pi/fcy-fea/lib-bib/rep-rap/2006/2005_3/p4.html)

L'Istituto di Ricerca dei Procuratori di Giustizia degli USA, più drasticamente afferma: "La PAS è una teoria non dimostrata in grado di minacciare l'integrità del sistema di giustizia penale e la sicurezza dei bambini vittime di abusi". (http://www.ndaa.org/ncpca_update_v16_no7.html)

E l'Italia? Bè, noi italiani ci dobbiamo sempre far conoscere. Cosa c'è di meglio che farne una legge? Così non se ne parla più (dura lex sed lex). Ed eccola la legge, o meglio la proposta: DDL n° 957/2008, a firma degli Onorevoli Senatori della Repubblica, Valentino, Ciarrapico, Cossiga (buonanima), Tofani, Bevilacqua, Thaler Ausserhofer, Giai, Santini, Ramponi, Izzo, Amoruso, Nicola Paolo Di Girolamo, Di Giacomo, Saccomanno, Giancarlo Serafini, Asciutti, De Gregorio, Speziali, Stradiotto, De Lillo, Amato e Boldi (http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/00326101.pdf).

Nella relazione introduttiva, i firmatari del DDL, si spendono calorosamente a favore della PAS, giungendo addirittura ad affermare, erroneamente, che "La letteratura scientifica ha ormai ampiamente documentato sia l’esistenza di questa specifica sindrome che il principale suo rimedio, che consiste nel togliere potere al genitore condizionante, negandogli l’esercizio della potestà" sino a a prevedere, con l'art. 9 del DDL, che "Il comprovato condizionamento della volontà del minore, in particolare se mirato al rifiuto dell’altro genitore attivando la sindrome di alienazione genitoriale, costituisce inadempienza grave, che può comportare l’esclusione dall’affidamento". La tautologia di Gardner (se rifiuti un genitore è perché l'altro ti ha condizionato) verrà santificata in una legge dello Stato Italiano.

Il DDL è in discussione alla Commissione Giustizia del Senato, per cui bisogna far sapere ai componenti della Commissione Giustizia che la PAS non esiste, come sindrome clinica, e che quindi è inopportuno prevederla addirittura in una legge dello Stato; darebbe luogo ad un contenzioso senza fine.

Bisogna fargli sapere che il sistema giudiziario statunitense la considera pericolosa per l'integrità della giustizia penale e la sicurezza dei bambini vittime di abusi.

Bisogna fargli sapere che un genitore che augura a suo figlio una malattia non è un buon genitore, si comporta contro natura; un genitore "sano" mai si mostrerebbe felice di una malattia del figlio, mai pagherebbe medici ed avvocati perché dimostrino che suo figlio è malato. Un genitore che vuole i suoi figli malati dovrebbe essere escluso dall'affidamento e dalla patria potestà.

Bisogna fargli sapere che la PAS viene di solito invocata proprio dal genitore violento e abusante, come argomento retorico per ottenere l'affidamento esclusivo del figlio che lo rifiuta e come arma di ricatto verso il coniuge quando nella coppia c'è violenza di genere. Dopo le leggi ad personam dobbiamo aspettarci pure le leggi "ad pedofilum"? Tanto vale chiudere prima e dichiarare il fallimento etico della Repubblica.

I componenti della Commissione Giustizia del Senato si trovano qui: http://www.senato.it/leg/16/BGT/Schede/Commissioni/0-00002.htm

L'orco del terzo millennio, la PAS, sta cercando di entrare nei Tribunali dei Minorenni dalla porta principale, attraverso una legge dello Stato: chiudiamo quella porta e gettiamo via la chiave.

mercoledì 23 febbraio 2011

VIOLENZA ASSISTITA INTRAFAMILIARE (EFFETTI SUI BAMBINI CHE ASSISTONO ALLE VIOLENZE SUBITE DALLA MADRE)

pubblicata da Azione Aiuto Donne il giorno venerdì 6 agosto 2010 alle ore 0.48

“Violenza assistita intrafamiliare”: il termine sembra complicato, ma la realtà che descrive è tanto semplice quanto drammatica. Si parla di bambini, testimoni di violenze familiari, che senza un aiuto sociale e psicologico adeguato rischiano di diventare adulti violenti come i loro genitori.

Per violenza assistita intrafamiliare si intendono gli atti di violenza – fisica, verbale, psicologica, sessuale ed economica – contro un elemento della famiglia (nella maggior parte dei casi si tratta di una madre vittima di un marito violento) che avvengono nel campo percettivo di un minore.Secondo una stima per difetto non sono stati meno di 22 mila i minori che hanno assistito ad atti violenti nel contesto familiare,ma la realtà, rivelano gli esperti, è certamente più grave perché la violenza intrafamiliare resta custodita nel segreto delle mura domestiche, protetta dal pudore delle vittime.

I danni che ne derivano sono gravi: i bambini e le bambine vittime di violenza assistita hanno probabilità molto più alte di soffrire di stati di ansia e di rivelare comportamenti aggressivi che si rifletteranno inesorabilmente sul rapporto con i loro figli. Purtroppo l’esistenza e la gravità di queste situazioni vengono ancora molto sottovalutate, sia dal punto di vista del riconoscimento sociale del fenomeno che sotto il profilo della necessità di interventi adeguati di tutela e cura. Per Daniela Diano, psicologa, psicoterapeuta e presidente del Cismai: “Bisogna assicurare un ascolto autentico ai bambini che assistono alla violenza, perché la pericolosità di questa loro esperienza non è sempre immediatamente percepibile”. E’ importante quindi che vengano impegnate dal Piano sanitario nazionale le risorse necessaria per affrontare anche questo problema come “attentato alla salute dell’individuo”. Una delle conseguenze più gravi della violenza assistita in ambito familiare, è la sua riproducibilità.

La dichiarazione del professor Francesco Montecchi, neuropsichiatra infantile dell’Ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma che ha accolto e curato circa 320 bambini vittime di violenza assistita: “Spesso un genitore violento è stato a sua volta vittima di violenza, come il 29% delle madri e il 41% dei padri di questi bambini”. Quando si parla di protezione non ci si può quindi riferire solo al mondo esterno dei bambini ma anche al loro mondo interiore devastato. “Dobbiamo valutare – ha continuato nel suo intervento il prof. Montecchi – se il bambino può rimanere nel suo ambiente e se ci sono le condizioni per un recupero della genitorialità di cui ha comunque bisogno. Ma soprattutto dobbiamo agire sul suo mondo interiore, altrimenti ce lo ritroveremo da adulto di nuovo vittima o a sua volta carnefice”.

Fabio Roia, pubblico ministero della Procura penale del Tribunale di Milano, riconosce il pesante ritardo della nostra società per quanto riguarda la violenza domestica e il riconoscimento della sua gravità anche penale, tanto che i reati di maltrattamento in famiglia spesso si concludono con il patteggiamento e pene ridotte al minimo.
Ma la battaglia comincia ad estendersi anche sul terreno della cura del maltrattante, cioè l’autore delle violenze. Per ora negli Stati Uniti, dove il problema della witnessing violence è altamente drammatico e, secondo la testimonianza del sociologo Edward Gondolf, si stanno sperimentando politiche alternative al carcere. Come corsi di rieducazione per chi si è reso colpevole di violenze. Una alternativa che Roia si auspica venga presa in seria considerazione anche in Italia, considerando che la maggior parte dei condannati per violenza intrafamiliare, una volta lasciato il carcere torna a reitare l’abuso.
Iniziamo col dire che non v'è alcuna distinzione di sesso quando parliamo di vittime di V A I ,sia maschi che femmine provano la stessa paura,la reazione di coloro che assistono alle violenze è pressapoco la stessa per tutti;ogni bimbo tenta di proteggere la madre che sta subendo violenza sia fisica che morale,il timore ed il senso d'impotenza danno vita ad un forte stress fisico ed emotivo,che spesso,nei bambini più piccoli,porta a farsi la pipì addosso per la paura di trovarsi di fronte a qualcuno che è più grande e più forte di lui.

Fra le mura domestiche questi bimbi sono molto taciturni,soprattutto in presenza del padre,proprio perchè cercano di evitare di assumere qualsiasi atteggiamento che possa dar vita ad una lite .Il senso di colpa li spinge a pensare di essere parte in causa del problema,non riescono a distinguere o comunque a ragionare lucidamente sulle cause che fanno scaturire il litigio. Non avendo forza fisica,n'è le capacità di farsi ascoltare,preferiscono tacere,pensando che questa, possa essere la soluzione migliore per evitare di incappare nell'ennesima violenza.

Al silenzio che viene vissuto fra le mura domestiche,si contrappone un atteggiamento aggressivo negli ambienti scolastici. Quasi sempre,infatti,l'aggressività sociale è il rovescio della medaglia che fra le altre cose,questi bambini sono costretti a subire.

Lo stress del quale il bambino si nutre suo malgrado,viene scaricato al di fuori ,sotto forma di parolacce,violenze ed opportunismo nei confronti dei compagni di scuola,ma anche nei riguardi degli insegnanti. Sono proprio quest'ultimi che per primi dovrebbero intuire che tali atteggiamenti non fanno parte del temperamento dell'alunno,ma purtroppo,spesso e volentieri questi segnali non vengono colti dai docenti,i quali si limitano a giudicare senza approfondire.

A questo punto,il bambino entra in un vicolo cieco,nessun aiuto esterno,a meno che non sia lui a chiederlo,cosa che non farà mai,sempre per la paura ed il senso di colpa,e nessun aiuto in casa.

La madre infatti,assume una posizione particolare nella mente del bambino,colei che dovrebbe proteggerlo,non è quasi mai in grado di farlo,poichè lei per prima si sente vittima, e quindi bisognosa di aiuto,tuttavia,anche per lei,così come per il figlio,si insinua il senso di colpa,che paradossalmente viene raggirato, non con le coccole ed il dialogo,ma “comprando”il bambino,la sua paura, ed il suo silenzio. .Spesso ,non è la regola,ma accade ,che molti genitori ricoprano di regali il figlio,un gesto che per il bambino non rappresenta nessuna fonte di tranquillità emotiva,ma solo un'illusione d'amore. Il meccanismo del regalo si contrappone poi alla necessità,da parte della madre,così come per il bambino a scuola,di scaricare lo stress accumulato fra le mura domestiche.

L'incapacità di poter gestire il rapporto di coppia,spinge inconsciamente la madre a controllare morbosamente la vita del proprio figlio,da qui nasce il senso del dover imporre un'educazione rigida ed ossessiva che porterà ulteriori conseguenze.

Analizziamo adesso la vittima di violenza intrafamiliare assistita adulta:

Una volta cresciuta e fuori di casa,la vittima adulta porterà con sé un bagaglio emotivo pesante e difficile da gestire.

Fra i sintomi più comuni che ritroviamo nel bagaglio, ci sono senza dubbio

L'AGGRESSIVITA'

LA VOGLIA DI LIBERTA' FISICA E MORALE

L'IMPAZIENZA

LA NECESSITA' DI ESSERE AMATI IN MODO VISCERALE

ATTACCHI DI PANICO

A questi sintomi seguono poi atteggiamenti che cambiano a seconda delle esperienze vissute nel quotidiano una volta fuori di casa.

In linea generale possiamo dire quanto segue:


La vittima di violenza è assolutamente una persona diffidente,difficilmente infatti,avrà molti amici,la regola per lui,è fidarsi solo di sé stessi!Questo spingerà inevitabilmente nella direzione di essere autosufficienti ad ogni costo!Il che sovente, comporta un forte imbarazzo nel chiedere qualsiasi tipo di aiuto,con conseguente stress del quale non è facile liberarsi.

Se agli occhi degli altri,queste persone possono sembrare forti e decise,ed in parte lo sono più di altre,dall'altra,sviluppano paure che possono sembrare ingiustificate;paura di volare,guidare,stare a contatto con troppa gente ecc. tutti timori che nascono dall'insicurezza e dall'incapacità di poter tenere tutto sotto controllo.

IN CAMPO AFFETTIVO

Spesso i problemi più grossi si sviluppano proprio in questo ambito,ed anche in questo caso il primo scoglio da superare è proprio la diffidenza .Superato l'ostacolo sociale,si affronta un problema altrettanto serio,ossia il lasciarsi andare ad una vita sessuale appagante,in questo caso lasciar cadere barriere e corazze,costruite in anni di infanzia ed adolescenza è un compito arduo,ma che si può superare grazie al dialogo con la persona amata,raccontando senza alcuna vergogna la propria storia ed i motivi che hanno portato alla chiusura. Un dialogo aperto e la fiducia,sono le basi per poter creare un rapporto sereno,e di reciproco rispetto.

IN CAMPO FAMILIARE

Qui apriamo un altro capitolo doloroso. Se partiamo dal principio che colui che ha subito violenze,ha vissuto per anni in un ambiente familiare che non ha trasmesso la tranquillità,l'educazione alla vita,e le sicurezze necessarie per far sì che si potessero gettare le basi solide sulle quali si costruisce un avvenire,vien da sé,pensare che le vittime di violenza I:A in futuro potrebbero affrontare qualche difficoltà in più rispetto a chi ha vissuto un'infanzia più serena.

Il naturale desiderio di avere un figlio porta con sé due problemi differenti per le vittime;posto che il manuale del buon genitore non esiste,e quindi solitamente nell'educare un figlio ci si affida al buonsenso e all'esperienza educativa ricevuta dai propri familiari,nel caso delle vittime oltre agli ordinari dubbie timori che ci si pone di fronte la nascita di un figlio,se ne aggiungono altri.

Non avendo un esempio rassicurante al quale fare riferimento,le vittime,brancolano nel buio e nei dubbi più di chiunque altro. Spesso si insinua il terrore di commettere gli stessi identici errori che fecero ai tempi i propri genitori. Non è così semplice come può sembrare, pensare di fare esattamente il contrario,il meccanismo del sopruso,scatta quasi in automatico,almeno questo è quello che molte vittime pensano,in realtà l'esperienza,l'accettazione e la lucidità mentale,aiutano a scindere quella che è stata un'esperienza negativa,dal futuro che si può dare al proprio figlio.

Tuttavia occorre una forte volontà di uscire da un tunnel che si è percorso per troppi anni,questa volontà non tutti riescono a tirarla fuori,e quindi vivono scegliendo di non avere figli per paura di essere carnefici a loro volta, il mio consiglio è quello di accettare l' aiuto dello psicologo e scegliere di guarire perchè si può e perchè si deve a sè stessi!

Originale al link: http://www.facebook.com/note.php?note_id=125126587533281&id=100000892904834&ref=mf

martedì 22 febbraio 2011

LA SINDROME DI ALIENAZIONE PARENTALE (PAS) – Realtà clinica o argomento retorico?

LA SINDROME DI ALIENAZIONE PARENTALE (PAS)

- Realtà clinica o argomento retorico? -


A CURA DEL DR. ANDREA MAZZEO

Negli ambiti clinici e di ricerca la sindrome in questione, chiamata anche Sindrome di Alienazione Genitoriale, è poco nota; lo è molto invece in ambiti forensi (criminologia, medicina legale, psichiatria forense, psicologia giuridica).

Il clinico, psichiatra o psicologo, che si accosti a questa entità resta non poco sorpreso nel leggere ciò che ne scrivono alcuni.

Secondo Richard A. Gardner, l’autore che per primo l’ha proposta alla comunità scientifica nel 1985, la sua insorgenza sarebbe strettamente legata al “proliferare delle cause per l’affidamento dei minori”(1); già questo incipit fa storcere un po’ il naso. Riesce difficile pensare che una vicenda giudiziaria possa rappresentare un fattore eziologico per un nuovo disturbo, psichiatrico o psicologico che sia. Certo, una vicenda giudiziaria è un fattore stressante che può dar luogo ad un ventaglio di disturbi reattivi allo stress; ma, appunto, possediamo già le categorie cliniche per i disturbi da stress, e la PAS non è fra essi compresa.


Disattenzione della nosografia? Misconoscimento?

Possibile che l’OMS e l’APA abbiano entrambe sottovalutato questo disturbo, tanto da non ricomprenderlo né nell’ultimo aggiornamento dell’ICD-10 (2) né nel DSM-IV (3) e nel DSM-IV-TR? (4). Curiosità vuole che si vada anche a ricercare, nella proposta per il futuro DSM-V, cosa la task-force dell’APA stia facendo in merito; per trovare un accenno alla PAS si deve andare nell’ultima sezione, quella dei contributi da fonti esterne, in attesa di ulteriori studi che la confermino (5).

La “sindrome” in questione consisterebbe in questo: se un minore, nel corso delle vicende di una separazione conflittuale, rifiuta di incontrare, parlare, andare a trovare, uno dei due genitori è perché, sostiene Gardner, il minore è stato manipolato da un genitore (da lui chiamato alienante) contro l’altro genitore (da lui chiamato alienato). Per Gardner tra il genitore alienante ed il bambino si crea una collusione di natura psicotica, una folies à deux, sostanzialmente; precedenti terapeuti che sono intervenuti nella situazione conflittuale senza porre questa diagnosi sono anch’essi collusi con il sistema delirante condiviso, venendosi a realizzare una folies à trois. Solo, sostiene Gardner, gli “specialisti della PAS” sono in grado di riconoscere questa collusione; ovviamente gli specialisti verranno formati alle sue scuole secondo le sue idee.

Credo non sfugga a nessuno l’estrema fragilità, meglio, l’inconsistenza epistemologica di queste tesi. Dinamiche di quel tipo si osservano ma sono agevolmente spiegabili alla luce delle teorie psicologiche correnti e ben consolidate; la manipolazione del minore da parte di un genitore può verificarsi, ma va affrontata con gli strumenti di cui la psicologia dispone e che sono supportate dalle evidenze scientifiche; il rifiuto di un minore verso un genitore può avere come causa la manipolazione da parte dell’altro genitore, ma questo non può essere un automatismo esplicativo. La folies à deux esiste (Disturbo Psicotico Condiviso per il DSM) ma è molto rara e non si manifesta con il rifiuto di un genitore ma con sintomi psicotici evidenti; il rifiuto di vedere un genitore non è un sintomo psicotico e non è utile alla diagnosi di un disturbo psicotico. La folies à trois, in cui sarebbe addirittura coinvolto il terapeuta che spiega il rifiuto del minore in altro modo, praticamente non esiste perché le persone che condividono il delirio devono essere “unite da vincoli di consanguineità o di matrimonio” (3) o comunque in una relazione stretta che dura da tempo.

Poiché si tratta di una patologia rara è ben strano che tutti i pazienti osservati da Gardner soffrissero di questo disturbo; sembrerebbe che si siano concentrati negli stessi luoghi frequentati da Gardner; il bias è evidente.

Il rifiuto verso un genitore può invece originare dal fatto che questo genitore è violento in casa e quindi spaventa il minore, o che picchia l’altro genitore e quindi il minore ne è impaurito, che il genitore rifiutato sia psichicamente disturbato e terrorizzi la famiglia, che abbia addirittura abusato sessualmente del minore stesso, e così via. Compito del perito, in tali situazioni, non è quello di fornire al magistrato una risposta semplicistica ad un problema complesso, ma di approfondire le dinamiche intrafamiliari cercando anche le verità scomode. La psicologia offre un’infinità di strumenti, ampiamente validati, per indagare tali dinamiche; le tautologie non sono mai utili.

Ricercando studi recenti balza ben presto all’attenzione un lavoro del 2008, di autori spagnoli che s’intitola “La lógica del Síndrome de Alienación Parental de Gardner (SAP): Del síndrome «puro» a la «terapia de la amenaza” (6), scritto da Antonio Escudero, psichiatra a Madrid, Lola Aguilar Redo, pediatra e Direttrice di un centro per il recupero di bambini e donne vittime di violenza, e Julia de la Cruz Leiva, chirurgo. Di questo lavoro sono state trovate in internet due stesure, una pubblicata nel sito della Società Spagnola di Neuropsichiatria ed una sul sito della Liz Library (articolo n° 9). Quanto segue fa riferimento a quest’ultima versione.

Gli AA hanno svolto un’approfondita ricerca nelle principali banche dati trovando, al settembre 2007, zero lavori nelle library del BMJ, Cochrane e SciELO; 32 lavori in EMBASE, 10 in Medline, 42 in PROQUEST e 10 in PubMed. Un po’ pochino per una “malattia” già anzianotta; 94 lavori in 22 anni, meno di 4 lavori l’anno, a livello mondiale. Ovviamente non sono compresi i tanti lavori pubblicati in riviste non indicizzate dalle banche dati consultate, il cui valore scientifico è però molto scarso; spesso consistono in mere ripetizioni dei concetti di Gardner, senza nulla apportare di nuovo alla ricerca.

Gli AA concludono il loro corposo lavoro affermando che la PAS è priva di contenuto scientifico e rappresenta solo un artifizio dialettico, un argomento retorico; anche la “terapia” proposta da Gardner, e ripresa senza varianti in ambito forense, è priva di valore scientifico. Gardner afferma che la “cura” di questa “malattia” consiste in un provvedimento del Giudice che tolga l’affidamento del minore ad un genitore (quello alienante, sec. Gardner) per darlo all’altro genitore (quello alienato, sec. Gardner).


Ma che malattia è quella che si cura con un provvedimento giudiziario?

Un disturbo mentale può venire curato con i farmaci o con la psicoterapia, o entrambi, o non richiedere alcuna cura. Un decreto del Giudice può curare una malattia? Mai sentito nulla del genere.

Come affermato da Escudero e coll, la teoria della PAS cancella, con un drammatico colpo di spugna, tutte le ricerche scientifiche degli ultimi cento anni di psicologia da “Piaget a Vigotski, Spitz, Mahler, Klein, Freud (Anna), Ainsworth, Winnicott, Bowlby, Lebovici, Ajuriaguerra, Diatkine, Anzieu, Erikson” (6), e tanti altri.

Con la consegna coatta del minore al genitore da lui rifiutato e l’interruzione di ogni contatto, persino telefonico, con il genitore amato (perché in questo consiste in sostanza la terapia proposta da Gardner), vi è il grave e concreto rischio di consegnare il minore proprio al genitore violento o che lo ha abusato sessualmente. Questa è stata una costante nei paesi in cui le teorie di Gardner si sono radicate, USA, Canada, Argentina, Spagna. Proprio questo rischio ha portato le autorità politiche e scientifiche di questi paesi a prendere una posizione radicale rifiutando la PAS ed ogni concetto ad essa collegato.

Nel 2009, sempre in Spagna, è stato pubblicato un libro da due psicologhe, una argentina, Sonia Vaccaro e l’altra spagnola, Consuelo Barea Payueta, che svolge una approfondita analisi della PAS e delle drammatiche conseguenze che ha avuto la sua applicazione negli USA in Argentina ed in Spagna (7).

E qui tocchiamo un tasto al quale i “sostenitori” della PAS reagiscono in maniera poco professionale. Tali questioni concernono la biografia di Gardner e le sue opinioni, più volte espresse nei suoi lavori, sulla pedofilia. Non si può prescindere da ciò se si vuole avere un’idea precisa della PAS.

Gardner era uno psichiatra forense, libero professionista, che si occupava esclusivamente di cause di affidamento di minori nel corso di separazioni conflittuali; alla sua morte il The New York Times pubblicò il necrologio dando notizia del decesso del Prof. Richard A. Gardner, della Columbia University; alcuni giorni dopo il giornale dovette pubblicare una rettifica, precisando che il Dr Richard A. Gardner aveva dichiarato falsamente (il verbo inglese è misstated) la sua posizione alla Columbia University poiché non era Professore di Psichiatria Infantile, ma solo un volontario non retribuito (8).

Con i proventi del suo lavoro di psichiatra forense aveva messo su una propria casa editrice, la Creative Therapeutics che pubblicò tutti i suoi libri, e solo quelli.

In più lavori Gardner esprime opinioni favorevoli alla pedofilia od ai rapporti sessuali tra il padre ed il bambino o la bambina; non è il caso di riportare tali affermazioni in questa sede, visto che sono facilmente reperibili in rete.

Ad ulteriore riprova dell’inconsistenza scientifica della PAS, nel marzo del 2010 l’Associazione Spagnola di Neuropsichiatria si è pronunciata ufficialmente con un proprio documento rigettando questa “sindrome” (sbrigativamente definita un “castello in aria”) e consigliando agli iscritti di non farne uso né in contesti clinici né in contesti giudiziari (9).


Ma la situazione negli USA qual’è? Gli USA hanno già archiviato da tempo la questione PAS.

Nel 2002 una giurista, la Professoressa Carol Bruch, dell’Università Davis della California ha pubblicato un lavoro dal titolo significativo: “Parental Alienation Syndrome and Alienated Children – getting it wrong in child custody cases” (10), con il quale fa letteralmente piazza pulita della PAS e dei concetti ad essa collegati (“alienazione parentale”, “madre malevola”, ecc).

Nel 2003 la Rivista dell’Istituto di Ricerca dei Procuratori USA di Giustizia (NDAA’s American Prosecutors Research Institute) ha pubblicato un articolo di Erika Rivera Ragland e Hope Fields (entrambe Procuratori, cioè rappresentanti dello Stato nei processi) dal titolo: “Parental Alienation Syndrome: What Professionals Need to Know”. Il lavoro di Ragland e Fields si compone di due parti distinte.

Nelle conclusioni della prima parte scrivono, tra l’altro: “In short, PAS is an untested theory that, unchallenged, can have far-reaching consequences for children seeking protection and legal vindication in courts of law (11)” (In breve, la Pas è una teoria non verificata che, se non contestata, può provocare conseguenze a lungo termine per il bambino che cerca protezione e rivendicazione legale nei tribunali).

Nelle conclusioni della seconda parte scrivono: “PAS is an unproven theory that can threaten the integrity of the criminal justice system and the safety of abused children (12)”. (La PAS è una teoria non dimostrata in grado di minacciare l’integrità del sistema di giustizia penale e la sicurezza dei bambini vittime di abusi).

Adesso gli USA si trovano a dover affrontare le cause che stanno intentando contro lo Stato coloro che negli anni ’80 e ’90 sono stati diagnosticati come affetti dalla PAS; minori all’epoca ma adesso adulti e consapevoli del danno ricevuto.

Per quanto riguarda il Canada, il Dipartimento (Ministero) di Giustizia canadese consiglia di utilizzare “modelli esplicativi multidimensionali più complessi in contrasto con la nozione non empiricamente supportata di PAS” (13).

Sul fronte, diciamo, favorevole a questa diagnosi è da registrare un recente articolo di Bernet e coll. (14); il goal dell’articolo è evidente sin dal titolo: l’inserimento della PAS nel prossimo DSM-V e nell’ICD 11. Una rassegna bibliografica, quindi, dei lavori sino ad oggi pubblicati che possa convincere gli estensori del DSM a prenderla in considerazione, più che uno studio che apporti nuove conoscenze in questo campo; con questo obiettivo la PAS viene ribattezzata PAD (Parental Alienation Disorder).

Gli AA mostrano di avere le idee poco chiare sin dall’inizio dell’articolo poiché ne propongono l’inserimento (14) o nel corpo del DSM-V, o nell’Appendice B (Altre condizioni che possono essere oggetto di attenzione clinica) o in una della altre appendici del DSM-V (Criteri e Assi utilizzabili per ulteriori studi). A mio parere l’obiettivo degli AA è solo quello di ottenere comunque l’inserimento del PAD in una qualsiasi sezione del DSM, non importa quale, per poterlo poi sbandierare in tribunale come una sindrome riconosciuta dal DSM.

Nel paragrafo successivo illustrano i motivi per cui, a loro parere, l’alienazione parentale è una diagnosi; tra le venti ragioni esposte si va dall’essere un disturbo dell’attaccamento ad un disturbo relazionale; poi che è un concetto valido per via dei numerosi studi condotti in vari paesi (ma senza supportare questa affermazione con riferimenti bibliografici specifici), al fatto che i criteri diagnostici sarebbero replicabili come confermato da numerose ricerche (che però non vengono citate), ecc.

Una serie di argomentazioni retoriche più che dati scientifici, che sono ripetute sino alla fine del’articolo. Ne segue un’ampia bibliografia, elencata in ordine alfabetico e non numerata, cosa che non consente alcun riscontro tra le affermazioni fatte nel lavoro ed il corrispettivo riferimento bibliografico. Lavori, come già detto, non indicizzati dalla banche dati o che non raggiungono i criteri minimi della Cochrane per essere oggetto di metanalisi.

Chiudono il lavoro proponendo, in analogia con i DSM, il set di criteri diagnostici (da A ad F) ma senza fornire indicazioni sul numero di criteri necessari per la diagnosi e soprattutto senza affermare che in assenza di compromissione psico-sociale, clinicamente significativa, del bambino non si può fare la diagnosi del Disturbo.

Come concludere questa rassegna?

Richiamandoci alla nostra deontologia professionale; nel corso dell’attività peritale è buona norma, sempre, attenersi a conoscenze scientifiche consolidate e comprovate da letteratura inoppugnabile; avvalersi di concetti seducenti, forse, ma scientificamente inconsistenti rappresenta una brutta consuetudine che rasenta la malpractice e ci espone ad accuse di negligenza ed imperizia.

Meglio lasciar perdere i voli di fantasia e restare ben ancorati al terreno familiare dell’evidenza scientifica (DSM o ICD), fornendo al Magistrato che dovrà esprimere il suo giudizio elementi concreti e scientificamente attendibili.


BIBLIOGRAFIA

1. Gardner, R.A. (1998). The Parental Alienation Syndrome, Second Edition. Cresskill, NJ: Creative Therapeutics, Inc.

2. OMS (1995), ICD-10, Criteri diagnostici per la ricerca, Masson, Milano.

3. APA (1996), DSM-IV, Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, Masson, Milano.

4. APA (2001), DSM-IV-TR, Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali – Text revision, Masson, Milano.

5. APA (2010), DSM-V, Development. (http://www.dsm5.org/ProposedRevisions/Pages/ConditionsProposedbyOutsideSources.aspx)

6. Escudero A, Aguilar Redo L e de la Cruz Leiva J (2008), La lógica del Síndrome de Alienación Parental de Gardner (SAP): Del síndrome «puro» a la «terapia de la amenaza». Rev. Asoc. Esp. Neuropsiq. v. 28 n. 2 Madrid.

(http://scielo.isciii.es/scielo.php?pid=S0211-57352008000200004&script=sci_arttext&tlng=es)

(http://www.thelizlibrary.org/site-index/site-index-frame.html#soulhttp://www.thelizlibrary.org/liz/pas.htm)

7. Vaccaro S e Barea Payeta C (2009), El pretendido Síndrome de Alienación Parental – un instrumento que perpetúa el maltrato y la violencia, Deslcée de Brower, Bilbao.

8. Obituary of Richard Gardner (2003), The New York Times.

(http://query.nytimes.com/gst/fullpage.html?res=9F05E0DB1539F93AA35755C0A9659C8B63&scp=1&sq=ri chard%20a.%20gardner&st=cse)

9. AEN (2010), Declaración en contra del uso clínico y legal del llamado Síndrome de Alienación Parental. (http://www.aen.es/docs/Pronunciamiento_SAP.pdf)

10. Bruch C S (2002), Parental Alienation Syndrome and Alienated Children – getting it wrong in child custody cases. Child and Family Law Quarterly, Vol 14, No 4.

(http://www.thelizlibrary.org/liz/bruch.pdf)

11. Rivera Ragland E, Fields H (2003), Parental Alienation Syndrome: What Professionals Need to Know – Part 1 of 2, (http://www.ndaa.org/ncpca_update_v16_no6.html)

12. Rivera Ragland E, Fields H (2003), Parental Alienation Syndrome: What Professionals Need to Know – Part 2 of 2, (http://www.ndaa.org/ncpca_update_v16_no7.html)

13. Documento del Dipartimento di Giustizia del Canada, paragrafo 4.3.4.

(http://www.justice.gc.ca/eng/pi/fcy-fea/lib-bib/rep-rap/2006/2005_3/p4.html#a4_3)

14. Bernet W, Von Boch-Galhau W, Baker A J L, Morrison S L (2010), Parental Alienation, DSM-V, and ICD-11, Am J Family Therapy, 38:76–187.

RINGRAZIAMENTI: ringrazio amiche ed amici di Facebook per i preziosi consigli forniti durante la stesura di questo lavoro.


Articolo in originale pubblicato qui: http://www.osservatoriopsicologia.it/2011/01/29/la-sindrome-di-alienazione-genitoriale-pas/

La storia di Nathan Grieco, "ammalato" di PAS secondo Gardner

Nathan era il più grande di tre figli nati dal matrimonio tra Louis Grieco, militare nella marina degli USA e Karen S. infermiera dell’Esercito; la coppia, che viveva in una base militare in California, si separò nel 1989.

Louis Grieco denunciò la situazione ai suoi superiori e questo ebbe come conseguenza il congedo immediato di Karen dall’Esercito; rimasta senza lavoro la donna si trasferì in Pennsylvania dai suoi genitori dove trovò un nuovo lavoro come infermiera in un Centro Medico dei Veterani USA, conobbe un medico dello stesso Ospedale con il quale si sposò nel 1982.

Da quel momento l’ex-marito cominciò a presentare denunce contro Karen con il pretesto che non le faceva visitare i figli; giunse persino ad aggredire l’ex-moglie nella sua casa ed in presenza dei figli.

Il contenzioso legale che si aprì per l’affidamento dei minori vide, ad un certo punto, entrare in scena Gardner, con le sue teorie e con la sua terapia della minaccia; il giudice lasciò l’affidamento alla madre obbligando però i minori ad andare in visita dal padre, nonostante il rifiuto di questi, per via della violenza paterna, ed il parere contrario degli altri periti.

Nathan Grieco ha lasciato questa lettera:

“Chi sono io? È una domanda che mi faccio da un po’ ... Molte cose (soprattutto negative) sono accadute nella mia vita ... ci vorrebbero due vite per descriverle tutte ... da otto anni mio padre ci accusa nei tribunali, una causa giudiziaria dietro l’altra ... Ci sono molte altre storie come questa, ma non ho né il tempo né la forza per continuare. Così termina questo capitolo di tormento infinito della mia vita”.

Quante donne e quanti bambini devono ancora soffrire prima che qualcuno si accorga che troppe donne e troppi bambini hanno già sofferto questo orrore?

P.A.S. I DEMOTIVAZIONALI DI G.Q.


Le associazioni che in Italia combattono per i diritti dei pedofili sono 12. Si sono costituite in rete ed hanno una associazione capofila a governarli.

Un circuito che auto alimenta se stesso, dove anche un avvocato indagato di concorso in un omicidio e dopo decenni di assistenza legale a pregiudicati e pedofili può essere "premiato" come "salvatore dei bambini".

Comprenderete che si tratta della più orrenda mistificazione ai danni dei minori, delle donne e delle famiglie italiane, molto oltre alle mistificazioni della politica. Una mistificazione che nasce mutuando direttamente il pensiero e l'ideologia della SS Nazista Joseph Goebbels, di cui Richard Gardner è il volto americano e pedofilo.

In questo ambito si muovono anche alcuni pseudo professionisti della psichiatria, il cui comportamento è tutt'altro che nobile e che ricevono una pesante ed invasiva divulgazione pubblicitaria con i mezzi noti delle cloni e delle mistificazioni, di cui è sempre mandataria l'associazione capofila nei confronti della Società webmaster.

Sono perseguibili in giudizio questi medici, domanderete voi: la risposta è SI. Lo sono, inoltre, per le medesime ragioni anche di fronte all'Ordine dei Medici, in quanto l'uso massivo di pubblicità è vietato ai medici di tutte le categorie. Tanto più se la pubblicità è ingannevole.

La falsa diatriba sostenuta da codesti pseudo psichiatri professionisti, prevalentemente legati al mondo delle perizie assicurative, e dalle 12 associazioni che si battono per la difesa dei diritti dei pedofili è tutta incentrata sull'inserimento della P.A.S., in italiano "sindrome di alienazione genitoriale", nel DSM-V.

La cosa più assurda sono le previsioni "astrologiche" in merito a tale inserimento, così come divulgate. La teoria più accreditata sulla felice conclusione e l'inserimento della P.A.S. nel DSM-V è datata per il 2013.

Cioè dopo il 21 dicembre 2012 e la "fine del mondo"...

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prendete e copiate questi banner demotivazionali sui vostri blog!


DIFFONDETELI OVUNQUE!



RAMMENTATE CHE ...
Le malattie esistono solo nella sfera somatica; in medicina è patologico solo ciò che ha le sue radici in alterazioni biologiche, fisiche, organiche.

La PAS è solo una argomentazione che l'avvocato di una delle due parti in causa getta sul piatto per far pendere la bilancia della Giustizia dalla parte del suo cliente. Per dare maggior valore a questa argomentazione la si maschera da "malattia".

La stessa "terapia" proposta per "curarla", e cioè la "terapia della minaccia", vale a dire togliere il bambino al genitore da lui amato e consegnarlo a quello rifiutato, è la prova provata che la PAS non ha natura di malattia.

Nessuna malattia si cura con un provvedimento del Giudice; la cura di tutti i disturbi mentali è o farmacologica o psicoterapeutica.

La PAS è un mito, cioè, citando Galimberti, un'idea semplice, comoda, che non ci pone il problema di approfondire il perché del rifiuto espresso dal bambino verso un genitore. Ma la questione che non si vuole affrontare è proprio questa: perché un bambino rifiuta un genitore?

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Cosa è successo tra il bambino ed il genitore rifiutato?

Chi sostiene la PAS praticamente dice: non ci interessa quello che è successo.

Se un genitore è violento in famiglia può non interessarci?

Se un genitore è arrivato ad abusare sessualmente dei suoi figli può non interessarci?


Storiografia minima sulla P.A.S.

Richard Gardner autore della teoria denominata P.A.S. (parental alienation syndrome), millantò per l'intera vita pubblica la propria sedicente docenza presso la Columbia University, dove in realtà prestava servizio saltuariamente come semplice volontario non retribuito. Nello stesso identico modo, tutti i testi pubblicati da Gardner sono autoproduzioni, essendo lui stesso l'editore reale della Creative Therapeutics, con sede legale ubicata presso la sua abitazione privata.

Egli non aveva e non ha post mortem alcun credito presso l'American Psychiatric Association e l'American Medical Association, proprio a causa degli effetti devastanti della esperimentazione umana della sua strampalata teoria. Sono stati numerosi i suicidi di minori strappati causa sua alle famiglie e alle madri.

Gardner deve l'intera sua popolarità all'aver gestito il caso della separazione Allen-Farrow, come testimone del famoso regista ebreo americano. Woody Allen fu indagato per reati di pedofilia nei confronti di una delle figlie adottive di Mia Farrow e, sebbene l'abuso fosse interamente documentato anche a carattere fotografico, egli non fu condannato solo in quanto fu impossibile determinare l'età esatta della fanciulla abusata, già sconosciuta in sede di adozione.

Una riflessione sulle mistificazioni del caso Schepp

La Tv Necrofaga, Gassani e
l'Associazione Matrimonialisti




In fondo a questo articolo troverete il link ad un intervista curata dal giornalista Maurizio Martinelli, per la rubrica Punti di Vista del Tg 2 Rai. L'intervista è sicuramente professionale, molto ben articolata, incisiva e disgustata a tratti in modo visibile, per i lunghi sospiri personali del giornalista poco in uso nei telegiornali.

Responsabilità dell'avv. Gian Ettore Gassani, presidente della Associazione Matrimonialisti Italiani, e della psicologa Tiziana Franceschini, che l'intervista del coordinatore delle rubrica del Tg2 si sia trasformata in un pezzo storico della necrofagia televisiva.

Che cos'è il caso Schepp. Due volti bellissimi di bambine gemelle, due splendide creature nate insieme ma come eterozigote solo per riprodurre i volti, pur belli, dei genitori. Alessia sbarazzina identica al padre assassino, Livia dagli occhi dolci di un cerbiatto come la sua mamma. Queste bambine non ci sono più, nessuno le trova e non si trovano i loro corpicini, oggi che il padre ha dichiarato di averle uccise.

La colpa è della follia del padre assassino. E' morto suicida e non sarà punito per aver provocato tanto dolore. La follia di questo padre doveva indurre "prima" i servizi sociali, gli psicologi e i giudici ad impedire all'uomo ogni contatto con le figlie.


Il povero padre descritto dalla Tiziana Franceschini, NON ESISTE.

Ben deve averlo compreso il giornalista con l'attacco a Gian Ettore Gassani sulle responsabilità della "avvocatura". Ed ha ragione il Gassani sugli errori della tuttologia. Vero è che il suo ruolo di introdurre i temi della P.A.S. e coprire il cordoglio doveroso alle due piccole vittime del caso Schepp appartiene di diritto alla storiografia della necrofagia televisiva degli ultimi mesi.

In quanto Donna sul Gassani devo rivedere le mie priorità. Perché come gli dicevo al telefono, più o meno alla metà del gennaio scorso, egli è di certo un ottimo professionista, ma con questi interventi ha perso moltissimi punti nella mia graduatoria personale del "siate prima uomini, solo poi avvocati".

Come possa poi, una donna, minimizzare e descrivere il lavoro del pedofilo americano Richard Gardner, morto suicida autoinferendosi coltellate al petto e al collo dopo aver mentito una vita intera sul suo essere professore universitario e NON lo era, testimone e psichiatra di parte in circa 400 casi di abusi su minori sempre dalla parte dell'abusante, anche per Woody Allen il pedofilo più famoso del cinema, probabilmente è proprio parte dell'accordo commerciale con la Rai.

Gardner è un vero non raro reperto di tuttologia psichiatrica giudiziaria, ovvero il defunto mistificatore lo è stato con le caratteristiche tipiche e ossessive del criminale seriale o non avrebbe lasciato ai posteri la frase:

"Penso che tutti noi possediamo in noi un po' di pedofilia" - Gardner, R.A. (1991). Sex Abuse Hysteria: Salem Witch Trials Revisited. Cresskill. NJ: Creative Therapeutics. (p.118)

Cogito ergo sum, io sono secondo Gardner una "Strega di Salem" così posso dichiarare con un certo orgoglio che, ad una affermazione simile, mi vien spontaneo un rurale "pensa per te pedofilo e vai in là razzaccia d'omo". Mi dichiaro però allarmata dal duplice outing televisivo e al pensiero, che un po' di pedofilia potrebbe nascondersi nell'animo dell'avvocato Gassani e della d.ssa Franceschini. Oh, mio Dio, sarà così!?

Sono disponibile al 100% per la loro replica qui, pur di ascoltare e leggere solo il giusto per Alessia e Livia.

E' necessario ricordare che, purtroppo, si vive nel mondo del Commercio e la P.A.S. è un prodotto, da usarsi solo come escamotage in Tribunale, non una malattia. La scienza medica definisce sindrome (cioè malattia) qualcosa che si manifesti sul piano fisico, come sempre sono fisici gli abusi ai danni di minori che lasciano segni indellebili sui piccoli corpi martoriati.

Dei poco televisivi sospiri di imbarazzo vi accorgerete nelle fasi dell'intervista dalle quali si evince un vero eccesso di pietismo nelle parole della troppo giovane psicologa, commossa dal povero padre debole e non per la scomparsa delle "due bionde meraviglie del creato". Interventi poco credibili anche per la voce impostata e un po' nasale, che neppure una suora di clausura reciterebbe durante il Santo Rosario. Il teatro insegna che si possa recitare anche il "cattivo" purché sia interessante la parte, ma una brutta parte è sempre irrecitabile, specie dal vivo.

La scelta della difesa dell'abusante è una scelta per il dio "quattrino" ma questo, francamente, non ci riguarda in questa sede.

Alla psicologa perdoniamo però il gafferaggio televisivo, che tutto sommato ha sventato l'inganno. In fondo sappiamo che coloro che studiano a lungo la P.A.S. e il Pensiero Assoluto Sintomatico di Richard Gardner finiscono tutti per applicarne rigidamente il metaprogramma: Perché cos'altro è il caso Schepp, se non "uno scenario preso a prestito"? (P.A.S. sintomo numero sette).



Preludio al link


E' giusto ribadire che gli avvocati, i consulenti e i presidenti storici delle dodici sorelle unite sotto l'emblema del "capelvenere" sono già tutti indagati a vario titolo in ambito penale. Dalle violenze familiari alla chiamata di correo in omicidio. Altri ancora lo saranno.

Così, prima di fornirvi il link alla riproduzione certamente abusiva e non autorizzata del file audio video della puntata di Punti di Vista del Tg 2 Rai, informo che il profilo YouTube intitolato "noviolenzadonne" è di fatto collegato ad un gruppo facebook omonimo cliccabile al link che segue, No alla violenza sulle donne.

Il gruppo è gestito da una società commerciale fiorentina che si occupa di web, registrante e reale utilizzatore di tutti i siti a dominio collegati al circuito mediatico di circa 300 pagine di violenta mistificazione su Facebook. Basti leggere cosa scrivono gli utenti. Il Gruppo FB è già denunciato per diffamazione e per la clonazione del gruppo fondato da una associazione / centro antiviolenza (violazione art. 494 c.p e seguenti) presso la Procura della Repubblica di Torino.

L'admin della società, dei siti e dei gruppi fb, personaggio in attesa di processo per diffamazione e violenze in famiglia presso la Procura della Repubblica di Firenze, è denunciato a Roma e presso più Procure d'Italia anche per aver sfruttato i nomi e i loghi di Associazioni, privati cittadini e importanti Società commerciali italiane. I colpiti tra i privati cittadini si iscrivono tutti al volontariato delle numerose associazioni, che si occupano della tutela delle Donne e dei Bambini.

Anche l'avvocato Gassani sa, che per lanciare il convegno romano con l'AMI alcune persone con il mandato delle dodici agenzie hanno posto in essere 3 nuove clonazioni della mia persona ed una pagina Facebook ai miei danni. Tutto nel corso di una ulteriore azione di stalking ai danni di mia figlia minorenne. In merito è stato già dato un fascicolo specifico di 121 pagine nelle quali è iscritto anche il relatore del capelvenere (fotografato), con l'admin, il presidente turnario e il titolare del dipartimento legale. Gassani è sul mio tabulato telefonico, già in possesso, nei giorni immediatamente precedenti al convegno.

Avvertenza: il profilo YouTube e il gruppo Facebook "No alla Violenza sulle Donne" che distribuiscono il video di proprietà della Rai sono già in corso di indagine e diffondono abitualmente contenuti altamente violenti e di grave mistificazione, ai danni delle donne e dei minori. Così si sono espresse alcune Associazioni Onlus nazionali ed internazionali in merito alla mistificazione dei dati ISTAT sulla violenza e gli omicidi avvenuti in Italia ai danni delle donne.

Tutti i contenuti espressi da membri e aderenti al circuito delle dodici agenzie di Falsi Abusi si rifanno all'ideologia espressa dal gerarca nazista Joseph Goebbels nella seguente frase: "Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità", si veda ad esempio qui.

Attenzione il video è dedicato solo ad un pubblico adulto e consapevole: prima di aprire il video, è necessario rileggere il "preludio" e "l'avvertenza" di questo articolo. Alcuni contenuti e tutto l'intuibile "non detto" delle interviste corrispondono alla apologia culturale del reato di pedofilia così come ideata dal pedofilo americano Richard A. Gardner.

http://www.youtube.com/watch?v=SJoAsrI3Ll4

Loredana Morandi
http://www.giustiziaquotidiana.it/dblog/articolo.asp?articolo=4423

PAS:UN BUSINESS SULLA PELLE DEI BAMBINI



http://www.giustiziaquotidiana.it/public/gardner_richard.jpg

di Roberta Lerici

Negli ultimi tempi proliferano trasmissioni tv, convegni e articoli sulla PAS,ovvero la Sindrome di Alienazione Parentale.Persino il TG1 circa un mese fa, ha diffuso dati allarmanti su questa presunta sindrome della quale sarebbero affetti ben 150.000 minori in tutta Italia.Ovviamente si diffondono dati senza fornire le fonti o le modalità di raccolta degli stessi, ma a questo siamo ormai abituati; quando si tratta di bambini c’è sempre qualcuno pronto ad offrire in pasto al pubblico statistiche autoprodotte.

Infatti, non essendo la PAS una malattia ufficialmente riconosciuta, pare che in Italia si voglia fare di tutto perché sia diagnosticata al maggior numero di persone possibile pur di farla entrare nel DSM. Molti di noi, però, sanno che questa malattia inventata da Richard Gardner circa 30 anni fa, è da tempo oggetto di dure critiche all’estero, tanto da provocare innumerevoli cause di risarcimento danni proprio nel paese che a Gardner ha dato i natali, l’America.

Chi ha intentato cause nei vari stati americani sono gli ex bambini che vent’anni fa sono stati affidati al genitore abusante, dopo la denuncia sporta in genere dalla madre alla quale era stata diagnosticata una PAS (Gardner scriveva che quasi esclusivamente le madri potevano essere affette da PAS). Il gioco è semplice: la madre raccoglie il racconto del figlio abusato dal padre (o più raramente il contrario) e sporge denuncia.

A quel punto, seguendo i dettami di Gardner, il figlio viene isolato da entrambi i genitori e messo in un luogo neutro, come una casa famiglia.Poi si tagliano tutti i legami che ha con la madre e i parenti della madre e si attua sul bambino quella che Gardner chiama la “terapia della minaccia”, ovvero le figure istituzionali che hanno in carico il minore, cominciano a dirgli che solo se farà tutto quello che gli viene chiesto rivedrà sua madre, che se accetterà di rivedere suo padre senza ribellarsi, potrà tornare presto dalla mamma, che se si ribellerà la madre finirà in prigione, e amenità del genere.

Togliere al bambino tutti i punti di riferimento della sua vita, come la scuola e gli amici, fa sempre parte della “terapia”. Il bambino deve abbandonare tutte le difese e diventare un pupazzo nelle mani di chi lo plasmerà a suo piacimento, fino a fargli accettare persino di stare buono accanto al genitore abusante, mandandolo addirittura in vacanza da solo con lui e magari obbligandolo a dividere anche la stanza con la persona che lo ha violentato a volte per lungo tempo.

E la madre nel frattempo cosa fa? In genere le viene permesso di vedere il bambino due o tre volte al mese (a volte anche meno) ma solo in forma protetta, ovvero alla presenza di un assistente sociale o figure analoghe e mai per più di un’ora. Il bambino non può nemmeno piangere e in genere ha paura di abbracciare la mamma in presenza di qualcuno perché teme che poi non potrà più rivederla.

Questa tortura di tipo nazista dura mesi e mesi e alla fine non è raro che i tribunali dei minori decidano di collocare il bambino dal padre che, nel frattempo, ha prodotto perizie di parte che attestano tutta una serie di patologie psichiche della madre, tra le quali la peggiore è certamente la terribile PAS, ovvero tre lettere che possono distruggere per sempre la vita di un bambino fino a portarlo nei casi più gravi a tentare il suicidio, qualche volta riuscendoci.

Le madri, dall’altra parte continuano la loro lotta, ma di solito finiscono in miseria per pagare avvocati e periti e, se non sono abbastanza forti, neppure loro riescono a mantenere la freddezza necessaria per capire se un avvocato o qualcun’altra delle persone a cui ha affidato la sua vita e quella di suo figlio, si è accordata con la controparte alle sue spalle.Non è raro,infatti, che nelle udienze più importanti gli avvocati spariscano o facciano scena muta. Dopo tutto questo discorso potrebbe sembrare che io ritenga disoneste tutte le persone coinvolte in questi casi, ma non è così.

Molti dei professionisti che si occupano di minori, si fidano di queste teorie, le credono veritiere e le applicano alla lettera. Sono convinti che i bambini possano inventare un abuso sessuale, solo perché le madri li hanno convinti a mentire.In alcuni casi neppure i ricoveri al pronto soccorso di un bambino abusato vengono presi in considerazione dai giudici, e in uno straordinario numero di casi i bambini non vengono neppure ascoltati. Ci sono casi in cui addirittura è stata diagnosticata un PAS senza che lo psichiatra che ha steso la perizia avesse mai visto madre e figlia/o.

Il destino di un bambino, affidato al copia-incolla?

PAS: LA GALLINA DALLE UOVA D'ORO

La PAS, però, ha per queste persone diversi lati positivi:

1) Permette di archiviare immediatamente le denunce per abuso sessuale

2) Fa guadagnare periti e consulenti senza lavorare troppo con le perizie copia-incolla

3) Permette a tanti avvocati di vincere le cause dei loro clienti accusati di abusi sessuali

4) Dà molto lavoro alle case famiglia e a tutti i professionisti ad esse collegate

Di contro potremmo dire che è molto più costosa per la collettività, in quanto la permanenza nelle case famiglia di questi bambini è in genere di alcuni mesi, poi ci sono gli extra, come gli psicologi, i consulenti, ecc.Facendo i conti, un processo avrebbe costi nettamente inferiori, e salverebbe tanti bambini da spaventosi abusi psicologici o da reiterati abusi sessuali.

L’amore per i figli

Si parla tanto di amore per i figli e ci sono padri che quasi quotidianamente piangono disperati in tv perché non npossono passare con loro tutto il tempo che vorrebbero, ma non tutti i padri sono delle vittime. Un caso emblematico che mi è capitato è questo: il marito abbandona il tetto coniugale improvvisamente una notte.La moglie pensa sia accaduta una disgrazia, lo cerca disperata.

Dopo dieci giorni lo trova, scoprendo che da due anni conduce una doppia vita con un’altra donna nella cui casa aveva addirittura un doppio guardaroba.L’uomo è ricchissimo e per alcuni mesi paga il mantenimento della figlia.Poi si spoglia di tutti i beni e chiede l’annullamento del mantenimento, in quanto divenuto povero.Al giudice dice che siccome non è in grado di mantenere la figlia, chiede che venga tolta alla madre e messa in una casa famiglia (così pagherà il comune). Dopo un anno un giudice dispone un’indagine patrimoniale, ma nel frattempo la ex moglie e la figlia restano senza un euro, mentre lui continua la sua costosissima vita “da povero”, ovvero a carico della nuova compagna. Non so come sia finita.

La tutela dell’adulto

L’abuso sui minori si consuma nella maggior parte dei casi in famiglia, ma ultimamente le stesse persone che divulgano statistiche come noccioline, hanno cominciato a dire che le denunce per abuso sessuale in famiglia sono quasi tutte false, e che sono le donne a vendicarsi degli uomini accusandoli di violenze o di abusi sui figli. Indubbiamente, ci saranno donne che mentono, ma dire che l’80% delle denunce nelle cause di separazione sarebbero per false accuse, è una follia molto pericolosa, (l’unica statistica che ho trovato è americana e parla del 4% di false accuse fra ex coniugi).

Gonfiare indebitamente i dati sulle false accuse, per prima cosa consente a moltissimi pedofili di essere riabilitati nella società e di continuare ad abusare i bambini, in secondo luogo è un modo per minimizzare un fenomeno in continuo aumento e perlopiù sommerso che, invece, avrebbe bisogno di strumenti sempre più efficaci per essere combattuto. Il bambino, ha come strumento a disposizione solo il proprio disagio, le ferite del corpo e dell’anima e la sua voce troppo spesso inascoltata.

L’accusato ha a disposizione la PAS, uno degli strumenti più efficaci per azzittire e distruggere donne e bambini. Gardner scriveva che gli abusi sessuali non sempre danneggiano i bambini e che " La pedofilia può migliorare la sopravvivenza della specie umana, servendo “fini procreativi”. Per questo e per molto altro bisogna dare un’informazione corretta sulla PAS e sul suo autore. Perché chi vuole farci credere che i pedofili sono quattro poveracci malati e facilmente riconoscibili, mente sapendo di mentire.


Autore Roberta Lerici, 18 febbraio 2011 www.bambinicoraggiosi.com

Originale al link: http://bambinicoraggiosi.com/?q=node%2F2280

P.A.S. = PEDOFILIA

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Libertà per tutte le vittime della P.A.S.

Richard Gardner e le sue affermazioni sulla Pedofilia

Richard Gardner le affermazioni sulla Pedofilia


Affidereste vostro figlio a chi formulasse queste affermazioni?


- C’è un po’ di pedofilia in tutti noi – Gardner, R.A. (1991). Sex Abuse Hysteria: Salem Witch Trials Revisited . Cresskill, NJ: Creative Therapeutics. (p. 118)


- La pedofilia è stata considerata la norma per la stragrande maggioranza degli individui nella storia del mondo”. – Gardner, R.A. (1992). True and False Accusations of Child Sex Abuse . Cresskill, NJ: Creative Therapeutics. (p. 592-3)


- Allo stesso modo, “pedofilia intrafamiliare (ovvero, l’incesto) è assai diffuso e … probabilmente è una antica tradizione” – Gardner, R.A. (1991). Sex Abuse Hysteria: Salem Witch Trials Revisited . Cresskill, NJ: Creative Therapeutics. (p. 119)


- La pedofilia può migliorare la sopravvivenza della specie umana, servendo “fini procreativi.” – Gardner, R.A. (1992). True and False Accusations of Child Sex Abuse . Cresskill, NJ: Creative Therapeutics. (pp. 24-5)


- I bambini sono naturalmente dotati di sessualità e possono organizzare incontri sessuali per “sedurre” gli adulti – Gardner, R.A. (1986). Child Custody Litigation: A Guide for Parents and Mental Health Professionals. Cresskill, NJ: Creative Therapeutics (p. 93).


- Se il rapporto sessuale ( pedofilo ) viene scoperto, “il bambino rischia di mentire in modo che l’adulto sarà incolpato per l’inizio della relazione pedofila – Gardner, R.A. (1986). Child Custody Litigation: A Guide for Parents and Mental Health Professionals. Cresskill, NJ: Creative Therapeutics (p. 93).


- L’ abuso sessuale non è necessariamente traumatico; ciò che renderà traumatiche le molestie sessuali è l’atteggiamento sociale verso questi incontri. – Gardner, R.A. (1992). True and False Accusations of Child Sex Abuse . Cresskill, NJ: Creative Therapeutics. (pp. 670-71)


- Particolare attenzione deve essere presa nel non allontanare il figlio dal padre che lo ha molestato. La rimozione di un genitore pedofilo da casa “dovrebbe essere presa seriamente in considerazione solo dopo tutti i tentativi di trattamento della pedofilia e di riavvicinamento con la famiglia si sono rivelati inutili – Gardner, R.A. (1992). True and False Accusations of Child Sex Abuse. Cresskill, NJ: Creative Therapeutics.(p. 537)


- I bambini più grandi possono essere aiutati a capire che gli incontri sessuali tra un adulto e un bambino non sono universalmente considerati atti riprovevoli. Al bambino potrebbe essere raccontato di altre società in cui tale comportamento è stato ed è considerato normale. Il bambino potrebbe essere aiutato ad apprezzare la massima di Amleto di Shakespeare, che disse: “Niente è buono o cattivo, ma il pensiero lo rende così”. -Gardner, R.A. (1992). True and False Accusations of Child Sex Abuse . Cresskill, NJ: Creative Therapeutics.(p. 549)


- In queste discussioni il bambino deve essere aiutato a comprendere che noi abbiamo nella nostra società un atteggiamento esageratamente punitivo e moralista sugli incontri sessuali fra un bambino ed un adulto – Gardner, R.A. (1992). True and False Accusations of Child Sex Abuse . Cresskill, NJ: Creative Therapeutics.(p. 572).


Nota Bene: la editrice Creative Therapeutics aveva ed ha sede legale presso l'abitazione di Richard Gardner, che la fondò onde servirsene per divulgare le sue teorie, fuori dagli ambienti accademici e scientifici.
Richard Gardner è stato per il mondo scientifico l'equivalente pseudo professionale del pedofilo di Amazon oggi arrestato per la pubblicazione e divulgazione dell'apologia del reato di pedofilia.

Richard Gardner sui Giudici, la Pedofilia e le Donne

Trenta mesi fa, ad integrale copertura dello scandalo Unina il server universitario sfruttato per il p2p, iniziava una violenta operazione di dossieraggio stalking e minaccia ai miei danni su mandato di alcuni avvocati legati commercialmente a Pirate Bay, dei gestori di un sito di stoccaggio e scambio di pornografia e del circuito Falsi Abusi.

https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTmvJw3MiEebvrsZUKDU4zrYZEmOEAP7oZVgtxedPYSH16GvJfZ8aIB_RIm2hIyNthHioTf4mWUO9LiN1zfhi59CM6nCXdo-Jhmy-QaVntAUwXSIEwxotFiWqXsUJo7Yxwqem9FRQi_K8/s1600/2011-01-21_190841_alessio_cardinale.jpg
Nello screenshot: Alessio Cardinale della Adiantum e il clone di Loredana Morandi

Il 5 gennaio scorso, a titolo di pura reiterazione dei reati ai miei danni, i membri, gli associati, la dirigenza e i fondatori della Associazione Adiantum davano vita ad un ennesimo gruppo facebook "contro Morandi". Si tratta di diffamazione preventiva, naturalmente, perché il timore è che io possa "insegnare".
Così, lo faccio oggi con un video e la trascrizione del commento. L.M.



Chi ha inventato la sindrome di alienazione genitoriale o PAS e quali sono le opinioni da lui espresse?


Richard Gardner sulle madri


Richard Gardner sulle madri che scoprono che il marito ha abusato sessualmente del loro figlio:

Gardner incolpa la madre degli abusi del padre, i cui errori non soddisfano sessualmente il marito sessualmente. Egli suggerisce che terapisti dovrebbero consigliare alle madri delle vittime di incesto di raggiungere una gratificazione sessuale.

• Scoraggiando il contenzioso.
• Incoraggiando la madre a rimanere con il marito (pedofilo)
• Attribuendo alla madre la colpa per gli abusi sessuali del padre sulla figlia


"Può essere che uno dei motivi per la figlia attratta verso il padre sia la svalutazione del rapporto del bambino con la madre" (pp. 579-80) Gardner, R.A. (1992). True and False Accusations of Child Sex Abuse . Cresskill, NJ: Creative Therapeutics. (p. 585)


Richard Gardner sui Giudici


"Il giudice può aver troppo represso gli impulsi pedofili (personali) sui quali c'è la soppressione, la repressione e il senso di colpa.

Indagare i dettagli del singolo caso fornisce (al giudice) una gratificazione voieristica sostitutiva...

Incarcerare il presunto colpevole può servire psicologicamente al Giudice per distruggere la proiezione dei propri impulsi di pedofilia."



Gardner, R.A. (1991). Sex Abuse Hysteria: Salem Witch Trials Revisited . Cresskill, NJ: Creative Therapeutics. (p. 107)


Richard Gardner sugli abusi sessuali


"La stragrande maggioranza (probabilmente oltre 95 %") di tutte le accuse di abuso sessuale è valida." Gardner, R.A. (1991). Sex Abuse Hysteria: Salem Witch Trials Revisited . Cresskill, NJ: Creative Therapeutics (pp. 7, 140).


La Pedofilia secondo Gardner


"C'è un po' di pedofilia in ogni uno di noi". Gardner, R.A. (1991). Sex Abuse Hysteria: Salem Witch Trials Revisited . Cresskill, NJ: Creative Therapeutics. (p. 118)

"La pedofilia è stata considerata la norma dalla grande maggioranza degli individui nella storia del mondo." Gardner, R.A. (1992). True and False Accusations of Child Sex Abuse . Cresskill, NJ: Creative Therapeutics. (p. 592-3)


I bambini seducono gli adulti ?


Alcune esperienze di bambini "alta urgenza sessuale nella prima infanzia". "C'è buona ragione di credere che la maggior parte, se non tutti, i bambini hanno la capacità di raggiungere l'orgasmo dal momento della loro nascita". Gardner, R.A. (1992). True and False Accusations of Child Sex Abuse . Cresskill, NJ: Creative Therapeutics. (p. 15)


I bambini sono naturalmente sessuati e possono organizzare incontri sessuali per "sedurre" l'adulto.

Gardner, R.A. (1986). Child Custody Litigation: A Guide for Parents and Mental Health Professionals. Cresskill, NJ: Creative Therapeutics (p. 93).


Gli emuli italiani sui Giudici


RICHARD GARDNER E LA SINDROME DEL PADRE FORNICATORE

La Fornicating Father Syndrome (la sindrome del padre fornicatore) è anche conosciuta come la Fetid Father Syndrome, ovvero la sindrome del "padre fetido". Ringrazio Marta per aver messo in rete la traduzione italiana della lettera. L.M.

Richard Gardner e la
Sindrome del Padre Fornicatore


Richard A. Gardner, M.D.
155 County Rd.
Cresskill, N.J. 07626

july 1999


Egregio dott. Gardner,


sappiamo da diverso tempo che l'incesto è un problema che si interseca con tutti i substrati culturali e socioeconomici. Comunque, aumentando l'accessibilità alla pornografia e con il sistema morale dei valori in decli...no, il problema sta crescendo drammaticamente.

Ricerche valide ci mostrano che, statisticamente, la maggior parte dei colpevoli sono di sesso maschile. Comunque, non esiste una “sindrome” per questo genere di abusante. Noi sentiamo che questo sia necessario, visto che parecchi di questi abusanti finiscono in tribunale, dove si richiede la testimonianza di esperti. Naturalmente, non finiscono in un tribunale penale, cosa che, nel nostro attuale sistema giudiziario, avrebbe anche troppo senso. No, finiscono nei Tribunali che trattano il diritto di famiglia, e chiedono l'affidamento delle loro vittime.

Bene, noi abbiamo sviluppato una 'sindrome', per questi tipi. Si chiama Sindrome del Padre Fornicatore. Ha un bel suono, orecchiabile, non trova? E pensiamo che faccia proprio per lei!!!

Sotto le elenchiamo la lista dei 'sintomi' di questa sindrome. Ovviamente, proprio come nella sua infame Sindrome d'Alienazione Genitoriale, il minore e chiunque faccia parte dell'Emisfero Settentrionale può avere il suo ruolo nella sindrome. E poi, come nella Pas, noi, come lei, abbiamo abbandonato l'idea che possano risultare necessari la ricerca, i dati e gli studi scientifici. La sua idea dell'autopubblicazione sembra rivelarsi il mezzuccio più opportuno per giustificare le nuove sindromi. Per questa ragione, svilupperemo al più presto una collana completa di materiale autopubblicato che offriremo su “Guida all'Acquisto sulle Mode Passeggere Riguardanti la Salute Mentale e i Segreti meglio Conservati delle Collanine di Bigiotteria, sul canale 116. La preghiamo di leggere attentamente le seguenti descrizioni.


http://www.giustiziaquotidiana.it/public/gardner_richard.jpg
nella foto: Richard A. Gardner

Sintomi:


1. Il minore rileva molestie da parte del padre, con descrizioni di atti sessuali che gli dovrebbero essere sconosciute, a meno che il minore non abbia avuto esperienze di molestie o sia stato esposto a pornografia esplicita.

2. Il padre chiede la custodia del minore

3. Il padre chiama 'bugiardo' il minore

4. Il padre chiama la madre 'pazza', 'vendicativa', 'stronza' e 'bastarda'

5. Il minore inizia a compiere atti sessuali nei confronti di altri bambini

6. Il padre dichiara che la figlia femmina è ninfomane, mentre il maschio è encomiabile

7. Il padre chiama la madre 'pazza', 'vendicativa', 'stronza' e 'bastarda'

8. Il minore accusa sintomi psicologici inclusi incubi notturni, disagio inspiegabile nell'essere lasciato solo con il padre, si aggrappa alla madre quando sta per ricevere visite dal padre, accusa dolori intermittenti allo stomaco, problemi intestinali ecc.

9. Il padre dice la figlia femmina è istrionica, mentre il maschio è affetto dal Complesso di Edipo indottogli dalla madre

10. Il padre chiama la madre 'pazza', 'vendicativa', 'stronza' e 'bastarda'

11. Il minore rivela ai coetanei gli abusi sessuali

12. Il padre dice che, nel caso della figlia femmina, sono desideri frustrati, nel caso del maschio che cerca di impressionare gli amici

13. Il padre chiama la madre 'pazza', 'vendicativa', 'stronza' e 'bastarda'

14. Il minore si confida con il terapista

15. Il l padre chiama il terapista 'pazzo', 'vendicativo', 'stronzo' e 'bastardo', è stato contagiato dalla madre

16. Il minore si confida con altre persone, estranee tra di loro

17. Il padre dice che la società intera è stata infettata da inibizioni sessuali, folli animate da vendetta e isteria, ovviamente dalla madre

18. Il minore ha prove mediche evidenti di abusi

19. Il padre parla di tipici traumi autoindotti per quanto riguarda la figlia femmina ninfomane, di avanzamento di capacità nel caso del maschio.

20. Il padre chiama la madre 'pazza', 'vendicativa', 'stronza' e 'bastarda'

21. Il minore ha una malattia venerea

22. Il padre dichiara che l'ha presa sedendosi sull'asse del water che la madre non pulisce adeguatamente, per cui la madre è inadeguata

23. Viene trovato sperma del padre durante un'ispezione medica

24. Il padre si chiede “O ma guarda, ma come ha fatto ad arrivare lì?!”

25. Le forze dell'ordine indagano il padre

26. Il padre dice che l'ex moglie, pazza, vendicativa, stronza e bastarda, deve avergli rubato lo sperma nella notte dopo averlo drogato a sua insaputa e violentato

27. Il padre denuncia la madre per furto aggravato

28. Le forse dell'ordine interrogano la madre, poi omettono la parola 'aggravato' dall'accusa di furto

29. La madre trova sotto il materasso del minore una videocassetta in cui vede il padre che abusa del minore

30. Il padre si chiede “O ma guarda, ma come ha fatto ad arrivare lì?!”

31. Il padre dichiara che l'ex moglie, pazza, vendicativa, stronza e bastarda, è una guardona, e per questa ragione, dal punto di vista emotivo, è un genitore inadeguato

32. Il padre chiede una perizia psicologica sulla madre ai fini dell'affidamento del minore

33. Il giudice del Tribunale dei Minori chiede di sapere chi pagherà il tutto, se la madre, il consulente del minore o il perito per l'affidamento

34. Il padre chiama il consulente del minore e il perito per l'affidamento per scoprire chi pagherà la perizia che dimostrerà che la medre è pazza, vendicativa, stronza e bastarda.

35. Il perito dice che può vendere al padre la Pas, che gli costerà un sacco di soldi, ma ne varrà pena perché si toglierà dalle palle tutto il discorso legale.

36. Il padre e il consulente del minore decidono di dividere le spese

37. Il perito informa il giudice dell'accordo

38. Il perito per la custodia tira fuori una perizia standard e la compila con i nomi giusti

39. La data dell'udienza viene fissata, il padre pianifica di ristrutturare la casa, nel frattempo gira qualche altra videocassetta

Ai sintomi di cui sopra corrispondono dei punteggi, di modo che l'equazione numerica produca i risultati che indicheranno se il padre è o meno colpevole di Sindrome del Padre Fornicatore. Il bello della scala di punteggio è che è irrilevante, visto che i risultati sono sempre identici – il padre è colpevole.

Ora stiamo cercando qualcuno che promuova questa 'sindrome'.

E mentre, in tutta la nazione, sappiamo di psicologi che darebbero la vita per entrare nella stanza dei bottoni di questa faccenda, noi abbiamo per prima cosa pensavo a lei. La sua reputazione nel settore delle 'idee creative' è esattamente ciò di cui abbiamo bisogno.

Da questo lei potrebbe ricevere la fama del 'grande padre' della Sindrome dei Padri Fornicatori, e qui stiamo parlando di milioni. Infatti, con la strategia giusta, pensiamo che lei sarebbe in grado di donare una testimonianza sia di PAS che di SPF, a patto di fare attenzione ai nomi e di utilizzare due diverse linee telefoniche. Le offriamo costi bassi di engineering per doppi fini.

È ovvio che con la SPF, proprio come con la PAS, non è necessario incontrare le parti che devono venire valutate. Per cui, la diagnosi di sindrome può venire fatta stando bello comodo nella sua poltrona ; potrà inoltre beneficiare di deduzioni dalle tasse perché 'lavora a domicilio', utilizzando la stanza più ampia della sua casa come ufficio.

Il mercato è maturo! Non si lasci sfuggire questa occasione. Ci sono tanti altri cloni di Richard Gardner, là fuori, ma un unico vero Dick! Lei, è quello originale!


Con immensa stima,

La SPF e la PAS


P.s: i primi 500 che si iscriveranno alla SPF avranno diritto a uno sconto per le future sindromi!

http://www.thelizlibrary.org/liz/letter.htm)

Leggi anche Fetid Father Syndrome.

Sulla biografia di Richard A. Gardner, autore della teoria sulla P.A.S. (Sindrome di alienazione genitoriale) leggi il necrologio dal NY Times e l'autopsia del 25 maggio 2003.