venerdì 19 ottobre 2012

P.A.S. Interrogazione in aula dell'on. Borghesi (Idv) e risposta del Ministro della Salute Balduzzi del 18 ottobre 2012


Elementi in merito alla sindrome di alienazione genitoriale, con particolare riferimento al suo inserimento nel manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali - n. 2-01706 



PRESIDENTE. L'onorevole Borghesi ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-01706, concernente elementi in merito alla sindrome di alienazione genitoriale, con particolare riferimento al suo inserimento nel manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti).

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, signor sottosegretario, noi abbiamo inteso chiedere al Ministro della salute, ed abbiamo presentato questa interpellanza urgente, anche a seguito di un fatto di cronaca drammatico, dal quale è emersa l'esistenza di questa sindrome denominata PAS (parental alienation syndrome) o, in italiano, sindrome di alienazione genitoriale.Questa sindrome assumerebbe, come pilastro della diagnosi, il rifiuto di una figura genitoriale (cioè più propriamente una sorta di conflitto di fedeltà verso un genitore in caso di separazione) ed avrebbe, secondo quello che si è appreso dalla stampa, degli effetti assolutamente devastanti sui minori (ad esempio disturbo di personalità, disturbo dissociativo di tipo disaffettivo o psiconevrosi depressiva).Noi vogliamo chiedere e chiediamo al Ministro della sanità se questa malattia mentale, questa sindrome, risulti inserita nel manuale diagnostico statistico dei disturbi mentali, il cosiddetto DSM-IV, che è il punto di riferimento per tutti i disturbi mentali, o, qualora la risposta fosse negativa, se il Ministro non intenda promuovere le necessarie iniziative nei confronti di quei medici o di quegli esercenti attività sanitarie che dovessero farne oggetto di diagnosi e, quindi, considerare questa PAS una malattia di tipo psicopatologico.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la salute, Adelfio Elio Cardinale, ha facoltà di rispondere.

ADELFIO ELIO CARDINALE, Sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, onorevoli deputati, ringrazio gli onorevoli interpellanti per aver sollevato la delicata questione relativa alla sindrome parental alienation syndrome (PAS o sindrome di alienazione genitoriale), in quanto mi si consente di puntualizzare che detta sindrome è stata di recente ipotizzata da uno studioso statunitense, Gardner, e che anche negli Stati Uniti essa è tuttora soggetta ad amplissime discussioni e non ha ricevuto alcun riconoscimento ufficiale secondo i canoni della medicina delle evidenze scientifiche.Secondo Gardner, la PAS è un vero e proprio disturbo che si sviluppa prevalentemente nel contesto di controversie per la custodia dei figli e sarebbe il frutto di un condizionamento dei figli da parte di un genitore, così detto «alienante», che porterebbe i figli ad esibire astio e disprezzo ingiustificato e continuo verso l'altro genitore, così detto «alienato».Peraltro, Gardner ha ulteriormente descritto il costrutto di alienazione genitoriale in numerosi lavori autopubblicati, cioè non sottoposti alla verifica della letteratura specifica propriamente detta, ad alcun filtro di pubblicazione mediante revisione di esperti, la cosiddetta peer review, che oggi è il canone principale di valutazione delle pubblicazioni scientifiche anche nei concorsi universitari.La sindrome in esame non risulta inserita in alcuna delle classificazioni in uso (ICD-10, ovvero International classification of diseases; DSM-IV, ovvero Diagnostic and statistical manual of mental disorders), né si è a conoscenza di un suo possibile inserimento nell'edizione del DSM-V, attualmente nella fase di definizione.In effetti, la sindrome PAS non viene considerata come un disturbo mentale, edPag. 76è stata oggetto di attenzione prevalentemente in ambito forense, più che da parte della psichiatria e della psicologia clinica. In merito alle iniziative per verificare il ricorso diagnostico alla sindrome PAS da parte di alcuni medici nel nostro Paese, è opportuno rilevare che tale aspetto rientra nell'ambito delle competenze professionali e della coscienza del medico curante.L'Istituto superiore di sanità, interpellato perché è il più alto organo di consulenza scientifica del Ministero, ha sottolineato che i fenomeni di ritiro dell'affetto da parte del bambino nei confronti di uno dei genitori, emersi in alcuni casi di affidamenti a seguito di divorzio, possono essere gestiti dagli operatori legali e sanitari senza necessità di invocare una patologia mentale per spiegare i sentimenti negativi di un bambino verso un genitore. L'inutile e scientificamente non giustificato etichettamento come «caso psichiatrico» può rendere ancora più pesante la difficile situazione di un bambino conteso.Sebbene la PAS sia stata denominata arbitrariamente dai suoi proponenti con il termine «disturbo», in linea con la comunità scientifica internazionale, l'Istituto superiore di sanità non ritiene che tale costrutto abbia né sufficiente sostegno empirico da dati di ricerca, né rilevanza clinica tali da poter essere considerata una patologia e, dunque, essere inclusa tra i disturbi mentali nei manuali diagnostici.Se posso, poi, alla fine della risposta ufficiale esprimere una mia valutazione, come medico e cittadino, credo che provvedimenti si dovrebbero prendere contro alcuni genitori che si vedono strappati i figli e non intervengono in maniera brutale.

PRESIDENTE. L'onorevole Borghesi ha facoltà di replicare.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, signor sottosegretario, mi definisco, in linea di massima, soddisfatto perché lei ha riconosciuto, anche attraverso l'Istituto superiore di sanità, che questa sindrome non è contemplata da questo manuale, che è il manuale di riferimento per le malattie di tipo psichiatrico e per le psicopatologie. Se mi permette, devo, però, dire che sono solo parzialmente soddisfatto sulla seconda parte delle sua risposta. Le spiego il perché. Quando lei dice che «è rimessa al medico», penso che, se un medico utilizza una diagnosi e sulla base di una perizia un magistrato, poi, assume come esistente una sindrome che, in realtà, non esiste, questo può portare poi a provvedimenti che possono diventare assolutamente devastanti per chi li deve subire. Allora, le faccio un parallelo. Qualora vi fosse un medico chirurgo che dovesse intraprendere l'uso di un metodo chirurgico, quindi per operare dei pazienti, senza averlo fatto in qualche modo valutare e validare dalla medicina e questi pazienti dovessero morire uno dopo l'altro, troverei che il Ministro della salute non potrebbe ritenersi esente e non potrebbe darmi la stessa risposta che lei mi ha dato ora, ossia di rimettersi alla valutazione del medico, ma avrebbe il dovere, assolutamente, di intervenire per fermare qualcuno che sta ammazzando delle persone, perché questo sarebbe in un caso del genere. Faccio il parallelo, perché non vedo grande differenza rispetto al caso che abbiamo considerato. Quindi, mi farebbe piacere - e lo dico in conclusione - che, invece, il Ministero della salute o l'Istituto superiore di sanità si attivassero per interrompere una pratica che non è riconosciuta né accettata dalla medicina e dalla psichiatria internazionale ed europea.


Link alla fonte (pagg. 76 e 77 del resonconto stenografico della Camera dei Deputati per la seduta in Aula del 18 ottobre 2012)

martedì 16 ottobre 2012

The Parental Alienation Debate Belongs in the Courtroom, Not in DSM-5

  1. Daniel J. Bartnicki, JD

 Address correspondence to: Timothy M. Houchin, MD, Department of Psychiatry, University of Kentucky, 3470 Blazer Parkway, Lexington, KY 40509.


Abstract

The DSM-5 Task Force is presently considering whether to adopt parental alienation disorder (PAD) as a mental illness. Although controversy has surrounded PAD since its inception in 1985, pro-PAD groups and individuals have breathed new life into the push to establish it as a mental health diagnosis. In this analysis, we argue that it would be a serious mistake to adopt parental alienation disorder as a formal mental illness in the Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition (DSM-5).
Parental alienation disorder (PAD),1 formerly and perhaps better known as parental alienation syndrome (PAS), is one of the most controversial diagnoses under consideration for inclusion in the Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition (DSM-5). Dr. Darrel Regier, vice-chair of the DSM-5 Task Force, told the Associated Press that he has received more mail regarding PAD than on any other proposed diagnosis.2 In this regard, groups for and against PAD's inclusion in the DSM-5 have been gearing up for a battle that should have been over before it began.

A Note on Alienation

PAS advocates have argued unsuccessfully for decades that it is a mental illness and should be included in the DSM. More recently, parental alienation supporters have renamed PAS as PAD and have formally submitted it for inclusion in DSM-5. Semantics aside, the concept of parental alienation is neither unique nor particularly controversial. Alienation is defined by Merriam-Webster's online dictionary3 as “a withdrawing or separation of a person or a person's affections from an object or position of former attachment.” There are, of course, numerous situations in which persons who are angry with an individual might try to recruit others to their point of view. Politicians frequently engage in alienation tactics to win elections, yet there is little thought to labeling this process as a diagnosis.
In the authors' opinion, there is nothing wrong with using the term parental alienation to describe one parent's “campaign of denigration” (see below) against another. However, there is no good purpose served in deciding to mold an arguably contentious, collateral process of divorce into a diagnosable mental illness. In this article, the reader will see that parental alienation as a psychiatric diagnosis has arisen from emotions emanating from custody battles, publicity, and economics rather than from sound, scientific study.

The Origin of PAS

Richard Gardner, formerly a psychoanalyst and child psychiatrist on the clinical faculty at Columbia University, introduced the term parental alienation syndrome in his 1985 debut article on the subject.4 He would later strike a very academic tone in his refined definition of PAS5: The parental alienation syndrome (PAS) is a disorder that arises primarily in the context of child-custody disputes. Its primary manifestation is the child's campaign of denigration against a parent, a campaign that has no justification. It results from the combination of a programing (brainwashing) parent's indoctrinations and the child's own contributions to the vilification of the target parent [Ref. 5, p xx; emphasis in the original].
Over the next decade, Gardner would go on to write prolifically. He founded his own publishing company, Creative Therapeutics, through which he published over 30 books. He used this venue not only to explain and expand his theories regarding PAS, but also to promulgate other problematic theories. For example, he openly supported abolishing child abuse reporting laws6 and controversially declared that sexual abuse cases are “turn-ons” for those involved in the court process, including lawyers and judges.7 Despite these unusual claims, Gardner was highly sought as an expert witness, testifying in over 400 child custody cases before the end of his career.8

Previous Criticisms of PAS

Controversial since its inception, PAS has compelled many scholars to write articles critical of Gardner's theory. Kelly and Johnston have been noteworthy critics of PAS, writing in their 2001 article, “The Alienated Child, A Reformulation of Parental Alienation Syndrome, ” that “PAS terminology has led to widespread confusion and misunderstanding in judicial, legal, and psychological circles” (Ref. 9, p 250). They also highlighted the lack of empirical support for PAS as a psychiatric diagnosis and the barring of PAS testimony in many courtrooms.
Although they vigorously refuted the validity of PAS as a psychiatric diagnosis, Kelly and Johnston acknowledged in their article that alienating behavior sometimes occurs during the course of child custody disputes. It was in this context that they actually reworked the concept of parental alienation so that both practitioners and the courts could usefully apply it without invoking a mental illness. As one might expect, Gardner took issue with Kelly and Johnston's reformulation, writing a formal rebuttal.10 Tragically, Gardner ended his own life before he could see this work published in 2004. Having the last word in a spirited series of published exchanges, Kelly and Johnston submitted a response to Gardner's rebuttal that was published in tandem with it.11
Criticisms of PAS have not been limited to mental health professionals, as legal scholars have also been loath to accept the premise that parental alienation should be formally classified as a mental illness. For example, in her 2002 article, “Parental Alienation Syndrome and Alienation: Getting it Wrong in Child Custody Cases,”12 Carol S. Bruch, JD, voiced concern with Gardner's tendency to cite his own, non-peer-reviewed books and publications on PAS. She noted that in one typical article, Gardner cited 10 sources: 9 writings of his own and 1 by Sigmund Freud. She further refuted Gardner's suggestion that PAS was a generally accepted psychiatric phenomenon by pointing out that, when the validity of PAS was challenged in court, his testimony was often excluded.
In our opinion, Gardner's approach of self-publishing books and then citing himself as an authoritative reference in the scholarly literature went beyond simple self-aggrandizement; it was frankly misleading. We agree with Ms. Bruch that the inaccurate portrayal of PAS as an accepted and credible diagnosis gets it wrong on many levels.

Lack of an Empirical Basis for PAS

In Gardner's 2004 posthumous publication,10 he countered critics who consistently pointed out the lack of an empirical basis for PAS as a psychiatric diagnosis. The term empirical, Dr. Gardner argued, could be interpreted to mean direct patient observation and therefore did not have to involve scientific experimentation. He claimed that when the term empirical was interpreted this way, there was ample evidence that PAS stood as a legitimate diagnosis. He then acknowledged that there was only one PAS study (his own) at that time that had actually applied statistical analysis.
In our view, the argument over how one chooses to define the word empirical is semantic. It does not change the fact that there remains a paucity of scientific evidence that PAS (or PAD) should be a psychiatric diagnosis.
Since Gardner's death, others have taken up the crusade to crown his creation of PAS with acceptance in DSM-5. For example, the book, Parental Alienation, DSM-V, and ICD-11,13 was published in 2010, claiming to have dozens of professional-level contributors. The book contains the aptly named chapter, “Twenty Reasons Why Parental Alienation Should Be a Diagnosis,” in which the author sought to address the frequently criticized lack of quantifiable, empirical research support for PAS as a psychiatric diagnosis. In the chapter, the author cited two recent studies on the interrater reliability of making the diagnosis of PAS.14,15 Both studies made use of written clinical vignettes, asking mental health evaluators to read them and determine whether PAS was or was not present. Based on these two studies, the author of “Twenty Reasons” concluded that PAS has achieved interrater reliability. We disagree.
First, only one of these studies was published in a peer-reviewed journal. Second, both studies relied exclusively on written vignettes, with neither study broadening the scope of evaluation to include videos, live patients, or even actors. Third, a combined total of only 45 evaluators actually returned the surveys of the more than 350 that were sent out. Of those surveys that were returned, only 34 were considered useable. In our view, labeling PAS a viable diagnosis based on these limited studies with minimal statistical sway is misguided.
Many scholars of medicine, psychology, and the law have examined the literature regarding PAS. In short, they have consistently encountered a lack of empirical studies published in peer-reviewed journals. Studies of PAS typically exhibit a low number of study participants, causing us to question how some have cited these studies as proof that PAS (or PAD) should be a diagnosis in DSM-5.

Economics of PAS

As with any heated controversy, one must examine the possible financial motivations that may influence the positions of those engaged in debate. Unfortunately, to get a good sense of PAS's support, one has only to follow the money trail. Litigation stemming from the dissolution of marriage is estimated to be a $28 billion industry.16 It is no secret that the cost of divorce and custody litigation can add yet another facet of stress to all involved. Adding any further complexity to the problems involved in child custody only serves to compound the financial burden borne by the affected families. A formal diagnosis of PAS, with the obligatory dueling experts testifying at a custody hearing, can become a prime source of fee generation for everyone but the divorcing family.
The Associated Press article cited above2 went on to speak about how the diagnosis of PAS might garner more business for those involved in the evaluation of child custody. The article highlighted the view of Elizabeth Kates, an attorney who litigates child custody cases (The Liz Library!). “It's monetary,” Kates said. “These psychologists and therapists make huge money doing the evaluations and therapies.”
As Kates suggested, additional assessments would be a financial boon to evaluators who already oversee a complicated process with multiple variables that affect cost. In 2001, psychologist Dr. Ira Turkat wrote an article in which he, too, shed light on the economics of child custody evaluations: Custody evaluations can be pricey…. In 2003, the Florida Court of Appeal noted that one psychologist charged $20,000—an amount equal to the parties' entire net worth, and questioned how it could be in a child's best interest for the family's resources to be depleted by fees of this magnitude [Ref. 17, p 8].
To a business-minded, professional child custody evaluator, the adoption of PAS or PAD as a bona fide psychiatric diagnosis in DSM-5 represents a potential windfall opportunity to increase fee revenue. There would almost certainly be more interviewing and testing required by both parents seeking the services of independent experts to testify to the existence of PAS in their children.
It does not take much prognostication to see how inserting PAS into a custody situation may serve to further escalate an already tense situation, adding billable preparation time for lawyers and psychiatrists, while lowering the likelihood of an amicable settlement without a full hearing or trial.

PAS and Hollywood

Parental alienation has not only caught the attention of mental health professionals, it makes for lively discussion among attorneys, social workers, parents, and even Hollywood celebrities. Actor Alec Baldwin wrote a book on fatherhood18 that contained the chapter, “Parental Alienation.” He also appeared on various talk shows detailing how he believed that his ex-wife, actress Kim Basinger, had alienated his daughter. While Baldwin's alienation dialogue did not scientifically advance any of the theories of PAS, it did serve to bring PAS into mainstream discussion.
In 2010, PAS was the subject of the hit TV show Law and Order and was later described and quoted in The Huffington Post.19 In the episode, a defense attorney attempted to use PAS to exculpate a young man accused of murdering his father's girlfriend after reportedly being alienated by his mother. The judge in the episode dismissed the PAS argument, but the American Psychiatric Association is clearly not dismissing PAS(D), at least not for now, as it considers adding PAD as a diagnosis to DSM-5.

Current Status of PAS

As mentioned earlier, several individuals are leading the charge to include parental alienation in DSM-5. In addition to contributing to Parental Alienation, DSM-V and ICD-11,13 many of these individuals have also been active in the Canadian Symposium for Parental Alienation Syndrome. Shortly after the book's publication, this group held a massive pro-PAS forum at the Mount Sinai School of Medicine in New York City.20
A current opponent to PAS's inclusion in DSM-5 is esteemed psychologist Lenore Walker, PhD, who was among the first to describe the battered-woman syndrome. In 2010, she published an article rebutting the assertion in Parental Alienation that PAS is a diagnosable mental illness.21 Echoing the criticism of PAS by other writers, Dr. Walker made the sound, if classic, argument that there is a paucity of empirical data to support a formal psychiatric diagnosis of PAS. Also published in 2010 was the textbook, Principles and Practice of Child and Adolescent Forensic Mental Health,22 which credited Drs. Kelly and Johnston with largely replacing Dr. Gardner's PAS paradigm regarding parental alienation.

Conclusions

Arguments for and against parental alienation as a mental health diagnosis have been intense and ongoing for decades. Gardner started the PAS movement, citing his own, self-published works as evidence that PAS is a mental illness. Gardner's critics have consistently cited the lack of empirical research to support such a diagnosis. Nevertheless, PAS supporters have recently demonstrated a high level of organization, vocalization, and cohesiveness. They have garnered much press and have even received support from Hollywood celebrities.
There is little question that codifying the common phenomenon of alienation as a formalized mental disorder would further complicate many custody disputes, thereby increasing the time and money required to evaluate these already complicated situations. One has to wonder if some of the interest on the part of mental health practitioners supporting the inclusion of PAS or PAD in DSM-5 has more to do with economic self-interest than with any belief that it would lead to improved clinical practice.
Do we believe that alienation by a parent occurs in some cases of child custody? Of course! Divorce is an intense and emotionally charged situation, often bringing out the worst in all parties. Having said this, we believe the courts are quite capable of dealing with this type of scenario without invoking a mental illness to explain a child's malignity against a parent.
At its best, adopting PAS or PAD as a formal diagnosis in the DSM-5 serves only to further confuse mental health practitioners and the courts. At its worst, it lines the pockets of both attorneys and expert witnesses by increasing the number of billable hours in a given case. It creates an entire new level of debate, in which only qualified experts can engage, adding to the already murky waters of divorce testimony. We believe PAS(D) has neither the empiric support nor the clinical relevance to justify its adoption as a mental illness. By all means, each side should be allowed to present a robust argument to gain custody in court, but these conflicted children, caught in the middle, should not be labeled as mentally ill.

Acknowledgements

The authors thank University of Kentucky medical librarian Ms. Tag Heister, MSLS, for her collaboration in this effort.

Footnotes

  • Disclosures of financial or other potential conflicts of interest: None.

References

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La PAS non sarà nel DSM V

NEW YORK ( AP ) - in risposta ad una intensa campagna di lobbying, una task force della American Psychiatric Association ha deciso di non elencare il concetto controverso di alienazione genitoriale nella edizione aggiornata del catalogo dei disturbi mentali.
Il termine esprime come il rapporto di un bambino con un genitore alienato può essere avvelenato da parte dell'altro genitore, e c'è un ampio consenso sul fatto che a volte si verifica nel contesto di divorzi e affidamento dei figli controversi.
Tuttavia, un aspro dibattito ha imperversato per anni sulla possibilità che il fenomeno dovrebbe essere formalmente classificato come un disturbo di salute mentale da parte dell'associazione psichiatrica, in quanto aggiorna il suo Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali per la prima volta dal 1994.

Il nuovo manuale, noto come DSM-5, non sarà completato fino al prossimo anno, ma la decisione contro la classificazione alienazione parentale come un disturbo o sindrome è stata fatta.

"La linea di fondo _ non è una malattia all'interno di un individuo", ha detto il Dott. Darrel Regier , vice presidente della task force redazione del manuale. "E 'un problema di rapporto _ genitore-figlio o genitore-genitore. Problemi di relazione di per sé non sono disturbi mentali. "

Regier ei suoi colleghi dell'APA hanno subito forti pressioni da individui e gruppi che credono che l'alienazione genitoriale sia una condizione mentale grave e che debba essere formalmente riconosciuta nel DSM-5. Si dice che questo passaggio comporterebbe più giusti risultati nei tribunali familiari e permettere a più bambini di divorzio per ottenere il trattamento in modo da poter conciliare con il genitore alienato.

Tra quelli dall'altra parte del dibattito che si è acceso dal 1980, sono femministe e sostenitori per le donne maltrattate che considerano "sindrome di alienazione parentale" come un concetto non provato e potenzialmente pericoloso, utile per gli uomini che cercano di distogliere l'attenzione dal loro comportamento abusivo.
Alcuni critici del concetto di dire che è promossa da psicologi, consulenti e altri soggetti che potrebbero beneficiare se alienazione parentale ha avuto uno status più formale delle controversie in tribunale della famiglia.

"Nel peggiore dei casi, che le linee le tasche di entrambi avvocati e dei consulenti tecnici, aumentando il numero di ore fatturabili in un determinato caso," ha scritto il Dr. Timothy Houchin , psichiatra dell' Università del Kentucky, e tre colleghi in un articolo all'inizio di quest'anno nel Journal of American Academy of Psichiatria and Law .
"Si crea un livello completamente nuovo di dibattito, in cui solo gli esperti qualificati possono impegnarsi, aggiungendo alle acque già torbide della testimonianza divorzio", hanno scritto, sostenendo che i tribunali potevano trattare con padre / figlio alienato senza etichettare il bambino come malato di mente.

I sostenitori del concetto di alienazione parentale è stato rinforzato per una decisione della APA di non classificare come una sindrome o un disturbo, ma ha la speranza che sarebbe stato espressamente citato in un'appendice come esempio di un padre-figlio problema relazionale.

Regier , in una e-mail Venerdì, ha detto che questo è "molto improbabile", anche se il progetto definitivo del DSM-5 è ancora incompleto.

Dr. William Bernet , professore emerito di psichiatria presso l'Università Vanderbilt School of Medicine, è editore di un libro 2010 che sottolinea l'importanza che l'alienazione genitoriale dovrebbe essere riconosciuta nel DSM-5. Egli sostiene che circa 200.000 bambini negli Stati Uniti sono colpiti dalla malattia.
Bernet proposta 's alla forza DSM-5 compito definisce il disturbo alienazione genitoriale come "una condizione mentale in cui un bambino, di solito uno i cui genitori sono impegnati in un divorzio conflitto alta, alleati se stesso fortemente con uno dei genitori, e rifiuta un rapporto con l'altro genitore, senza legittima giustificazione. "
In un'intervista telefonica, Bernet ha sostenuto che la task force aveva fatto la sua mente in base a fattori al di là delle prove scientifiche. "Penso che non sei stato motivato dalla scienza, ma guidata da amicizie, dalle forze politiche", ha detto.

Alienazione parentale emerso sulla cultura pop scena diversi anni fa a seguito del divorzio amaro e custodia battaglia bambino coinvolgere gli attori Alec Baldwin e Kim Basinger. Baldwin è stato assalito da alcuni gruppi femministi per aver citato la sindrome di alienazione parentale come fonte del suo allontanamento dalla figlia.

"La verità è che l'alienazione genitoriale è davvero una strategia pericolosa e abilmente commercializzato giuridico che ha causato molto danno alle vittime di abusi", ha detto l'Organizzazione nazionale per le donne tra le polemiche.

Bernet , nella sua proposta al DSM-5 task force, è detto d'accordo che "in alcuni casi il concetto di alienazione genitoriale è stata usurpata da genitori violenti per nascondere il loro comportamento."
"Tuttavia, è fortemente in disaccordo con buttare via il bambino con l'acqua sporca", ha scritto, sostenendo che tale abuso sarebbe ridotta se i criteri diagnostici per la alienazione genitoriale sono stati stabiliti.
___ (Uguale)

Seguire AP Nazionale Sceneggiatore David Crary su Twitter http://twitter.com/CraryAP


Read more: Psychiatric group: Parental alienation no disorder - Washington Times http://www.washingtontimes.com/news/2012/sep/21/psychiatric-group-parental-alienation-no-disorder/#ixzz29Vc5TNMl
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mercoledì 25 gennaio 2012

Carrara, 27 gennaio: P.A.S.- un’arma impropria contro i diritti delle donne e dei bambini

http://www.toscana.italiadeivalori.it/images/stories/IDV3/Eventi/pas.jpg

Carrara, venerdì 27 gennaio, ore 17.00

Hotel Michelangelo – Corso Carlo Rosselli, 3


La PAS è la presunta sindrome di alienazione genitoriale che ripropone vecchi stereotipi e pregiudizi sessisti ai danni delle donne e dei bambini.

In vari Paesi, a partire dagli Stati Uniti, quando in una causa di divorzio un genitore è accusato di abusi e violenze, i sostenitore della PAS (Parental Alienation Syndrome, sindrome da alienazione genitoriale) ricorrono a questa teoria per ribaltare le accuse.

Ma chi ha inventato la Pas? Come è possibile che una sindrome inventata stia per entrare nel nostro ordinamento attraverso appositi disegni di legge?Come influisce sulle cause di affido dei figli nelle separazioni conflittuali e non? A cosa vanno incontro i bambini che vengono definiti ” alienati” da uno dei due genitori? A queste e a tante altre domande cercherà di rispondere il convegno organizzato a Carrara il prossimo 9 Dicembre dall’Italia dei Valori di Massa Carrara.

Dopo numerosi convegni organizzati a Roma, Napoli e Firenze, ci riuniremo anche a Carrara, insieme al Dr. Andrea Mazzeo Specialista in Psichiatria e Dirigente Medico CSM ASL di Lecce, per discutere di quella che alcune associazioni di psicologi e neuropsichiatri americani, hanno definito “scienza spazzatura” (Junk Science). In Italia, la PAS è entrata nei tribunali con ritardo, ovvero quando all’estero si è cominciato a prenderne le distanze in maniera decisa, ma le informazioni stentano a raggiungere i nostri legislatori e così, mentre in America proliferano le associazioni di “vittime della PAS”, in Italia la si vorrebbe inserire nel DDL 957, detto anche affido condiviso Bis, come discriminante per l’affido dei figli.

Ma la PAS , viene purtroppo usata anche come strumento di difesa dai genitori accusati di abusi e violenze sui figli; basta una perizia in cui si certifichi che uno dei genitori ha condizionato il figlio fino al punto da fargli descrivere abusi o violenze, e il gioco è fatto.Il bambino non verrà creduto, e il genitore protettivo passerà da vittima a imputato perdendo la patria potestà .

In seguito, questo bambino a cui è stata diagnosticata una sindrome mai riconosciuta ufficialmente dalla psichiatria, (non è inclusa nel DSM), verrà affidato ai servizi sociali e collocato in casa famiglia o, nella peggiore delle ipotesi, sarà costretto a vivere con il genitore abusante.

L’associazione “Courageous Kids”, composta da ex bambini affidati al genitore abusante, è solo una delle tante associazioni nate in America per denunciare i giudici responsabili di aver creduto alla PAS e non alle testimonianze dei bambini: Noi che siamo sopravvissuti, siamo cresciuti e diventati più forti, adesso vogliamo dire al mondo quanto abbiamo sofferto, prima a causa di coloro che hanno abusato di noi, poi a causa dei tribunali che hanno rifiutato di proteggerci” (We who survived got older and stronger. Now we are telling the world how much we were hurt, first by our abusers then by the court which refused to protect us.)

Tra i relatori saranno presenti:

- Andrea Mazzeo, psichiatra e dirigente medico

- Claudia Bienaime- referente cittadina IDV Carrara

- Frida Alberti- coordinamento provinciale IDV

- Sara Vatteroni, Assessore provinciale IDV

- Galeano Fruzzetti, segretario provinciale IDV Massa Carrara

http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2012/01/18/carrara-27-gennaio-p-a-s-unarma-impropria-contro-i-diritti-delle-donne-e-dei-bambini/

domenica 25 dicembre 2011

Clamoroso: 700 psichiatri forensi hanno RIFIUTATO l'intervista di Warshak




Lo dichiara una mesta nota del blog di Richard Warshak del maggio 2011, diffusa in questi giorni dai profeti italioti della p.a.s. con la solita tracottante mistificazione del dato scientifico. Non è così per Warshak, il quale negli states rischia addirittura che alcuni professionisti gli tolgano il saluto.

Infatti, si è tenuta proprio nel maggio scorso l' International Conference of the Association of Family and Conciliation Courts, alla quale hanno partecipato circa 1000 esperti di psichiatria e psicologia forense. Nel corso della conferenza Warshak e i suoi accoliti hanno proposto ai partecipanti una intervista sul tema dell'inclusione dell'alienazione genitoriale nel DSM-V, la futura edizione del Manuale Diagnostico e Statistico della American Psychiatric Association attualmente in corso di redazione.

Tra i mille partecipanti sono stati ben 700 i professionisti della psichiatria forense che hanno rifiutato ogni contatto con gli accoliti pro P.A.S., onde non finire invischiati nella consueta mistificazione del dato scientifico.

In merito ai trecento "spartani" costretti alle Termofili, cioè messi alle strette dagli intervistatori, è lo stesso Warshak a dichiarare la sconfitta dell'aver ricevuto risposte di argomento diverso sulle possibili cause che inducono un bambino a rifiutare il genitore non convivente (il 98% dei 300 intervistati), ma tutte le risposte sono risultate univocamente contrarie all'inclusione della p.a.s. (sindrome di alienazione genitoriale) nel DMS-V.

Per questa ragione Warshak sul suo blog si domanda se non sarebbe stato più opportuno evitare del tutto la parola "alienazione" dall'intervista, utilizzando domande semplici come: "Credi che ci siano alcuni casi in cui il comportamento del genitore rifiutato non ha contribuito in modo significativo al rifiuto di un bambino?"

Data la non infallibilità del comportamento umano, vista e studiata nel maschio della specie, non crediamo affatto a questa possibilità. Un bambino che rifiuta uno dei due genitori ha sempre delle ottime ragioni, fosse anche l'assegno di mantenimento con il quale il padre ricatta la madre.

https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNcRr78EMfN7pSnFuuYnvEYposC8l-bxToRpoZ9qP4cb4ezOcftmt01v1rp8YGL9Ex4x3WoXKDz8W7RjNyK8mWmIlKh36ixYHdwXJG_yw0nbxa-UOKSdYdG_vxvyl0nx6m0MqnRCI6TCpc/s1600/2011-12-26_071027_treciento.jpg

LA MISTIFICAZIONE ITALIANA

In Italia, come visibile dallo screen shot, la mesta notizia data da Warshak è stata magnificata e gonfiata a dismisura e dei 700 rifiuti "a priori" si è persa traccia, mentre sui restanti "300 spartani" gonfiati fino all'intero totale dei partecipanti è stato millantato il plauso alle tematiche della p.a.s.

Secondo il traduttore della Geobox.IT Srl di Firenze, infatti, il solo tema trattato dalla conferenza annuale dell'Association of Family and Conciliation Courts del maggio scorso sarebbe stato la p.a.s. (sindrome di alienazione genitoriale) e la sua introduzione nel DMS V. Essendo ciò evidentemente un incredibile Falso, visto che la conferenza annuale della AFCC ha come oggetto solo temi scientifico - legali a carattere nazionale e anche, dove occorra, il rinnovo delle cariche.

A beneficio dei lettori è giusto ribadire che l'applicazione forense è considerata una branca minore della Psichiatria, la quale invece si fonda sulla ricerca, sul dato statistico e sugli studi accademici. Lo stesso accade in Italia, dove la figura professionale che più si avvicina ad uno psichiatra forense americano è quella dello psichiatra delle "assicurazioni", cui nessuno attribuirebbe una cattedra di "ricerca" anche per la peculiare staticità dell'argomento giurisprudenziale.

Diffidate dalle imitazioni: in Italia le politiche della P.A.S. sono propugnate da alcuni mediocri studi legali, pochi psichiatri assicurativi e da 24 associazioni che non hanno neppure 8 membri ciascuna, ma pescano nel fondo del 5x1000 a discapito del lavoro di tutte le Onlus impegnate nel volontariato. E' storia che l'amministratore della Geobox.IT Srl, attuale traduttore degli scritti di Warshak e webmaster del pacchetto pubblicitario p.a.s. (500 pagine facebook, più di 100 siti web), sia un ex esercente del settore telematico della pornografia. L'uomo è attualmente sotto processo per gravi maltrattamenti familiari, il reato a lui ascritto è stato sancito da una sentenza della Suprema Corte di Cassazione.

Il ddl 957 che ha la presunzione di voler introdurre dal nulla la p.a.s. nel nostro ordinamento giudiziario è incostituzionale alla stregua delle leggi razziali di Mussolini, perché di fatto introduce un pregiudizio medico giudiziario nei confronti del minore impedendone la testimonianza in Tribunale e/o rendendola inascoltabile per "malattia".

Originale: http://giustizia-quotidiana-no-pas.blogspot.com/2011/12/clamoroso-700-psichiatri-forensi-hanno.html

Loredana Morandi

Babbo Mistifico e lo scenario di Natale preso in prestito

http://a5.sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-ash4/404741_340975075932651_100000604855347_1181384_1194959790_n.jpg

Il racconto commerciale della P.A.S.:
"Babbo Mistifico e lo scenario di Natale preso in prestito".



Da notare l'utente che invoca il "si alla violenza sulle "streghe", da mettere al "rogo", sulla pagina falsa "No alla violenza sulle donne".

Loredana Morandi

martedì 20 dicembre 2011

Francisco Serrano, il giudice pro P.A.S., sospeso due anni dalle funzioni giudiziarie per abuso di potere

Sospeso due anni per abuso di potere il giudice spagnolo pro P.A.S. !

TRIBUNALES | Cambió el turno de custodia de un menor

El Poder Judicial suspende al juez Francisco Serrano, acusado de prevaricación

Europa Press | Madrid
Actualizado martes 19/07/2011 13:56 horas

La Comisión Permanente del Consejo General del Poder Judicial (CGPJ) ha acordado suspender cautelarmente en sus funciones al juez de Sevilla Francisco Serrano, procesado por un presunto delito de prevaricación tras modificar el turno de custodia de un niño de 11 años de edad establecido por el Juzgado de Violencia sobre la Mujer número 4, ampliando en día y medio su estancia con el padre divorciado al objeto de garantizar que pudiera salir como paje en una cofradía de la 'Madrugá' sevillana, según han informado a Europa Press fuentes del consejo.

Por estos hechos, la Fiscalía solicita para el magistrado diez años de inhabilitación y el pago de una multa de 5.400 euros por un delito de prevaricación dolosa. El TSJA ha exigido al magistrado una fianza de 7.200 euros por estos hechos.

Por su parte, la acusación particular que ejerce la madre pide para el juez 20 años de inhabilitación y el pago de una multa de 14.400 euros por un delito de prevaricación dolosa, mientras que, en concepto de responsabilidad civil, solicita que indemnice a la madre con 60.000 euros por los daños morales y físicos sufridos; al menor con 100.000 euros por los mismos daños, "en particular el gravísimo estigma público", y al otro hijo menor de la querellante con 12.000 euros.

La Audiencia de Sevilla, que se pronunció sobre los hechos objeto de controversia legal, respaldó la actuación del juez de Familia.

La Comisión Permanente del CGPJ ha tomado esta decisión tras el informe favorable a la suspensión emitido por la Fiscalía y después de que el Tribunal Superior de Justicia de Andalucía (TSJA) dictara el pasado día 11 de julio auto de apertura de juicio oral contra el magistrado por un presunto delito de prevaricación.

La Comisión Permanente aprueba la suspensión cautelar "sin que esto suponga entrar en el fondo del asunto". Esta medida cautelar perdurará mientras dure el procedimiento judicial y hasta que recaiga sentencia absolutoria o auto de sobreseimiento. La Comisión Permanente elevará este acuerdo para su ratificación al Pleno del CGPJ, en su próxima reunión ordinaria.

Originale dell'articolo al link: http://www.elmundo.es/elmundo/2011/07/19/andalucia_sevilla/1311076584.html